Sono vicine a una svolta, le indagini sulla frana a Piazza. Una svolta importante, che potrebbe portare – anzi, che secondo qualcuno probabilmente porterà – la Procura di Cuneo all’inscrizione dei primi nomi sul registro degli indagati di un fascicolo che, fino a oggi, è stato “a carico di ignoti”. Facendo così emergere qual è la direzione su cui la Procura sta puntando per capire cos’è stato a causare lo smottamento che, alle 10 del mattino del 29 dicembre 2017, si è portato via un pezzo di collina e di Alberghiero. Quel che è certo è che ci sarà un allargamento delle indagini: una proroga, probabilmente di 6 mesi, che il magistrato incaricato, il procuratore aggiunto Gabriella Viglione, chiederà al gip. L’ipotesi di reato è di “crollo colposo”.
Dalla Procura mantengono il riserbo più totale: «Si tratta di un’indagine complessa – afferma la dottoressa Viglione – che coinvolge tanti aspetti diversi». Qualche esempio? «Dovremo valutare le condizioni idrogeologiche della collina, la manutenzione e la cura delle condutture dell’acqua, la situazione della scuola. Abbiamo acquisito vario materiale, ma le indagini necessitano di ulteriori approfondimenti. E al momento non si può escludere che si richiedano anche ulteriori perizie».
Perché una proroga, e di quanto tempo si parla? «Il tempo assegnato per le indagini era di 6 mesi, che stanno scadendo in questi giorni. Ma visti gli sviluppi, l’indagine non può dirsi conclusa. La proroga, con tutta probabilità, sarà di ulteriori 6 mesi. Se vi saranno esigenze di togliere il sequestro per consentire i lavori alla sede dell’Alberghiero, valuteremo». Ma soprattutto: l’indagine, che oggi è a carico di ignoti, prenderà una precisa direzione con l’iscrizione dei primi nomi fra gli indagati? «Non si può escludere».