A Mondovì ci sono 1700 case che sono ancora tagliate fuori dalla rete web ultra veloce. E la stessa cosa vale per quasi tutti i paesi che stanno attorno alla città, dalle valli monregalesi alla Langa. Se per e utenze famigliari a volte è un semplice “fastidio” (tutto oggi usiamo le mail e navighiamo anche per svago o divertimento), per le aziende è un problema tragico. Ora sta per arrivare una soluzione che ribalterà lo scenario. E, quasi paradossalmente, potrebbe avvantaggiare “gli ultimi della fila” che passeranno davanti ai primi. Tutto questo grazie al progetto di Open Fiber che – udite udite – non costa un euro ai Comuni perché è finanziato dallo Stato. È il più grande intervento mai fatto al mondo di estensione della banda larga.
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IL PROGETTO
Il progetto prevede la fibra ottica su oltre 7 mila Comuni del Piemonte, da qui al 2020, per andare a coprire tutti i paesi che ne sono ancora sprovvisti. Sono le cosiddette “aree bianche” o “aree grigie”, quelle in cui fino a oggi nessuna compagnia di comunicazione aveva investito. Qui ci sono case e aziende che viaggiano addirittura ancora con i modem a 56k. La banda ultra-larga di Open Fibre invece si propone di garantire entro il 2020 una velocità di connessione di almeno 100 Mbps agli edifici pubblici, alle aree industriali e all’85% della popolazione italiana, mentre la totalità del territorio dovrà essere coperta da una velocità di connessione di almeno 30 Mpbs. Di questo si è discusso venerdì 14 dicembre nella Sala del Consiglio del Palazzo Comunale della Città di Mondovì, in un convegno dedicato al tema e riservato ai sindaci dell’area Cebano-Monregalese.
IL CASO DI MONDOVÌ
Per Mondovì questa modifica riguarda soprattutto le zone fuori dal centro, l’area industriale, gli edifici pubblici e le frazioni. L’assessore monregalese Luca Robaldo, con delega alla Smart City: «Questa operazione consentirà agli abitanti di Mondovì e delle frazioni di avere finalmente la banda ultra larga. L'investimento per Mondovì sarà di 900 mila euro, che ci permetterà di avere la fibra nelle case e nei plessi comunali. Per quanto riguarda le frazioni, alcune avranno la posa del cavo e altre la FWA ovvero in parte mobile». A Mondovì verrà raggiunto un totale di 1000 nuove unità immobiliari con cavo e 700 in FWA (via antenna) nelle frazioni o comunque in zone fuori dal concentrico. Si comincia con gli edifici pubblici, poi i distretti industriali. Verranno scavati solo 6 km di buchi per far passare i cavi, per il resto si riutilizzano i cavidotti esistenti.
NEI PAESI MONREGALESI E CEBANI
Il progetto parte dai paesi dotati di centralina e si estende a macchia a tutti gli altri. «Questa è la ragione – spiega l’ing. Marco Martucci, responsabile di Open Fiber – per cui a qualcuno arriverà nel 2019 e ad altri nel 2020». L’elenco dei Comuni lo riportiamo qua a fianco. Il vice presidente Anci Piemonte con delega all’Innovazione, Michele Pianetta: «Nelle nostre realtà non c'è mai stata una connettività all'altezza. Questo è un problema enorme per decine di aziende. Da sempre i Comuni sono in prima fila per questa battaglia e sono gli Enti che stanno facendo di più».
MA IN PRATICA COME FUNZIONA?
Tradotto in parole povere, quando arriverà la connessione veloce nelle frazioni? Qua bisogna essere chiari: Open Fiber si occupa solo della posa dei cavi (per Mondovì, tutto verrà cablato entro 6 mesi) e, una volta ultimata, comunicherà alle compagnie di comunicazione (Tim, Vodafone…) che è possibile allacciare le case. A quel punto saranno loro a dover contattare gli utenti o le aziende e a proporre i nuovi contratti. Contratti che, dal momento che azienda non deve spendere per posare la fibra, potranno essere più vantaggiosi per l’utente. O almeno, così si spera.