Si chiama Nala e viene dalla Andalusia il cane “antiveleno” in dotazione al Parco naturale del Marguareis. Il labrador di 6 anni, addestrato per lungo tempo in un affermato centro cinofilo spagnolo, è stato acquisito, per contrastare il preoccupante fenomeno dell’avvelenamento con esche della fauna selvatica, nell’ambito del progetto europeo “Life Wolfalps - Il lupo nelle Alpi: azioni coordinate per la conservazione del lupo nelle aree chiave e sull’intero arco alpino”. Oltre a Nala sono arrivati altri 6 soggetti di diverse razze che sono stati diffusi lungo l’arco alpino, il più vicino dei quali, un pastore belga malinois, è ora in dotazione alla Stazione del Corpo Forestale di Borgo San Dalmazzo. Nala è stata affidata al guardiaparco di Chiusa Pesio Giuseppe Gerbotto, che quotidianamente la porta con sè lungo i servizi di sorveglianza anche per affinare quell’indispensabile affiatamento che si deve instaurare fra il cane ed il suo conduttore. «È un cane affettuoso e giocherellone – dice Giuseppe Gerbotto – ed in questi primi mesi ho potuto davvero apprezzare il suo fiuto eccezionale. Grazie al suo addestramento, attraverso una sorta di procedura standardizzata, caratterizzata per Nala dall’indossare un collare di colore rosso, il cane entra in una fase nella quale scatta il riflesso condizionato della ricerca del veleno. È una ricerca che si fa insieme, il lavoro del cane avviene in libertà, ma a vista del conduttore. Per questo, è necessaria una grande confidenza ed ubbidienza dell’animale. Due volte alla settimana svolgiamo delle simulazioni di ricerche sul campo ed questa fase iniziale, per consolidare l’ubbidienza, la fiducia ed il rispetto dei cani, siamo consigliati dall’esperto tecnico cinofilo Elio Martini di Roracco».
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