Il restauro della cappella di Sant’Antonio a Sant’Albano adesso è una certezza. È finito infatti il tempo dell’attesa, dopo che l’Amministrazione comunale del sindaco Giorgio Bozzano aveva aderito al bando “Beni in Comune” della Fondazione San Paolo di Torino, presentando un progetto di recupero funzionale della ex chiesa di Sant’Antonio da Padova, ora non utilizzata e di proprietà comunale. La commissione incaricata dalla Fondazione San Paolo ha infatti valutato positivamente il progetto dell’architetto Michele Bossio per Sant’Albano e ha deliberato l’assegnazione di 95 mila euro, destinati proprio all’intervento di recupero dell’immobile. Al bando hanno partecipato 148 progetti. A conclusione delle procedure di valutazione, a luglio il comitato di gestione della Compagnia di San Paolo aveva deliberato i contributi per la realizzazione dei primi 16 progetti e valutato favorevolmente il sostegno ad un secondo gruppo di progetti meritevoli, tra i quali appunto quello della cappella di Sant’Antonio.
A metà dicembre è arrivata l’autorizzazione anche per l’erogazione della seconda parte di contributi e il conseguente “via libera” per Sant’Albano. L’immobile di piazza Donatori del Sangue fu costruito intorno al 1740-1750 e a partire dal 1960 era stato concesso in affitto dal Comune alla Sip (ora Telecom) che lo aveva trasformato in centrale telefonica, con conseguenti modifiche interne ed esterne. Con il passare del tempo, la centrale venne comunque trasferita in locali più idonei e l’edificio tornà quindi in mano al Comune, anche se attualmente resta privo di destinazione d’uso e inutilizzato. Il progetto approvato dalla Fondazione interessa geograficamente il centro storico di Sant’Albano e sarà particolarmente utile in un più ampio discorso di maggior valorizzazione dei beni storici di interesse comune. Conclusi i lavori della cappella, l’intenzione è quella di trasformarla in un polo multifunzionale ed espositivo, relativo al sito archeologico della necropoli longobarda portata alla luce recentemente in frazione Ceriolo. Il recupero della struttura prevede due lotti: nel 2016 ci si occuperà della messa in sicurezza e del recupero del corpo di fabbrica, mentre nel primo semestre del 2017 gli sforzi saranno concentrati sul restauro degli affreschi interni, sulla creazione di una parte soppalcata e sull’allestimento degli interni con arredi per la creazione dello spazio polifunzionale ed espositivo. Per quest’ultima parte, è strato richiesto un finanziamento al progetto Alcotra che cura gli scambi interculturali tra Italia e Francia.