Rinnovo “fasullo” di patenti di guida: sei rinvii a giudizio in Valle Bormida

Si va a processo

Arriva sul banco del giudice la vicenda legata al rinnovo fasullo di patenti di guida: sei persone, tra titolari e dipendenti di due autoscuole e un’agenzia di pratiche auto valbormidesi sono state rinviate a giudizio la scorsa settimana con l’accusa di concorso in falso in atto pubblico, sostituzione di persona e esercizio abusivo della professione. La vicenda risale al 2008 quando un medico torinese, Carlo Del Pero, che tra l’altro all’epoca era in servizio presso la Questura di Latina, era finito in manette con l’accusa di aver messo in piedi un giro di rinnovi delle patenti “fasulli”. In pratica, secondo quanto accertato dai poliziotti, il medico, quando era troppo impegnato, non si faceva problemi e delegava la “visita” ad alcuni conoscenti, tra cui il suo autista, che ovviamente non avevano i titoli per farlo. L’uomo, che secondo la Procura di Torino aveva ri-patentato in totale 1.773 persone, era stato condannato, nel luglio 2011, a quattro anni. Ed è all’interno di questa vicenda, che ebbe risonanza nazionale, che entrano in gioco le accuse ai gestori delle autoscuole: secondo gli inquirenti avrebbero favorito l’attività illecita di Del Pero permettendo ai “sostituti” di visitare le persone che dovevano ritirare la patente. Nei guai sono finiti i titolari di due autoscuole, la “Drive” di Millesimo e la “Faraone” di Cairo e di un’agenzia di pratiche auto, la “Refmar”, sempre di Cairo, e tre loro dipendenti, che, la scorsa settimana, davanti al giudice Fiorenza Giorgi, sono stati rinviati a giudizio. La prima udienza del processo è stata fissata per il prossimo 17 dicembre, ma i difensori degli imputati, gli avvocati Massimo Badella, Amedeo Caratti, Paolo Brin e Claudia Olivieri, hanno già anticipato il punto intorno al quale ruoterà la tesi difensiva: l’assoluta buona fede dei loro assistiti.
«Non erano consapevoli che queste persone non fossero medici. Da parte dei titolari e dei dipendenti delle autoscuole c’era una totale buona fede. Questa vicenda purtroppo è un grosso danno per i miei assistiti che assolutamente non potevano immaginare che un medico mandasse come sostituto una persona senza i titoli necessari. E’ una vicenda surreale, ma siamo certi che in dibattimento potrà emergere la totale estraneità ai fatti contestati», ha precisato l’avvocato Massimo Badella.

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