In Valle Bormida a partire dai primi del ‘900 si sono sviluppati i più importanti esempi di “villaggi operai” della Liguria. Casi di grande rilevanza anche a livello nazionale che sono stati materia del progetto di ricerca intitolato “Ricognizione e catalogazione delle Company Town in Liguria” presentato mercoledì 1 giugno alle ore 10,30 presso il teatro di Palazzo di Città.
Lo studio ideato e realizzato da Regione Liguria e Dipartimento di Ingegneria civile, chimica e ambientale dell’Università di Genova nell’ambito dell’Accordo di Programma Quadro “Beni e Attività culturali III integrativo - Intervento BF - 10 Progettazioni per lo sviluppo di programmi di valenza strategica in materia di cultura”, con il Ministero dello Sviluppo economico, Ministero dei Beni culturali, con la collaborazione di AIPAI - Associazione Italiana Patrimonio Archeologico Industriale, e la partecipazione di Italia Nostra. Interverranno Sara De Maestri, responsabile scientifico della ricerca per l’Università di Genova, e Sebastiano Rossi, Comitato scientifico del Museo. Il progetto prende in esame i villaggi e le case operaie sorti in Liguria con lo sviluppo dell’industrializzazione (dalla seconda metà del XIX secolo al secondo dopoguerra) per una lettura multidisciplinare condotta sia su fonti bibliografiche, archivistiche e iconografiche, sia sul campo per l’analisi del costruito, dell’inserimento territoriale e del recupero della storia-memoria dei luoghi.
Le due realtà di maggiore rilievo, in gran parte conservate nel tempo anche a fronte della dismissione degli impianti industriali, si trovano in val Bormida e nella val di Magra in provincia di La Spezia. L’Amministrazione comunale ha fortemente voluto la realizzazione di un Museo che illustri l’insediamento di Ferrania, da un lato, come luogo di produzione, dall’altro, “narrare” quanto la Ferrania abbia rappresentato per il territorio, sotto il punto di vista storico, sociale e culturale, aspetti che non possono prescindere dalla “città aziendale” edificata attorno alla fabbrica.
Nella foto, funivia e case abbandonate a Bragno (foto Roberto Marini/Studio Virginia).