Mercoledì 28 marzo a Cuneo si prenderà una delle decisioni più importanti mai adottate: chi ci darà l’acqua per i prossimi 30 anni. Alle 14,30 si riunirà la Conferenza dei 23 sindaci o rappresentanti dei territori che fanno parte dell’Organo di governo dell’Autorità di ambito per l’acqua, che valuteranno i pagamenti e gli investimenti realizzati nel periodo 2007-2016 dagli attuali 12 gestori del servizio idrico in Granda. E due ore dopo, alle 16,30, l’Assemblea dei 250 sindaci voterà il punto cruciale: il modello gestionale. Ovvero: chi si prenderà il servizio idrico unico per tutta la provincia di Cuneo. Un “pacchetto” che, in termini economici, prevede oltre 700 milioni di euro di investimenti e avrà un giro di ricavi che sta nell’ordine dei due miliardi e mezzo di euro.
Ci sono le due fazioni "in lotta". Da una parte quelli che vogliono un gestore totalmente pubblico (controllato dai Comuni), dall’altra quelli che vogliono un gestore misto con partecipazione pubblica ma presenza dei privati. Sulla prima sponda si trovano la maggioranza dei sindaci, con in testa il sindaco di Cuneo e presidente della Provincia Federico Borgna, mentre dall’altra sta una larga fetta di sindaci dell’area dell’Alta Langa e del Roero. Posizioni che rispecchiano più o meno ciò che già avviene ora: a Cuneo c’è un unico gestore pubblico (Acda), ad Alba e nel Roero una grossa azienda privata (Egea-Tecnoedil).
A poche ore dal giorno del verdetto, si sono susseguiti interventi politici da ogni parte. La verità è che le due posizioni sembrano ampiamente inconciliabili. A meno che, all’ultimo momento, non spunti la più classica delle soluzioni “gattopardesche”, quella del «cambiamo tutto per non cambiare nulla»: una gestione pubblica per il Cuneese e mista pubblico-privata per l’Albese.
Ulteriori particolari su L'Unione Monregalese del 28 marzo 2018