Fondazione CRC e ponte di Genova: Genta replica alla Dadone

La Dadone chiedeva chiarezza sul ruolo di Genta in "Autostrade per l'Italia"

A poche ore dall'annuncio di Fabiana Dadone, deputata del Moovimento 5 Stelle, di aver depositato un'interrogazione al MEF su "caso Atlantia" che coinvolge la Fondazione CRC e sul ruolo del presidente Genta, ecco la replica della CRC:

«La Fondazione CRC, anche a seguito di recenti lettere e notizie di stampa sull’investimento fatto in Atlantia, holding che detiene l’88% delle azioni di Autostrade per l’Italia, intende fornire alcuni chiarimenti sulla partecipazione detenuta e sull’incarico ricoperto dal suo presidente Giandomenico Genta nella società controllata Autostrade per l’Italia. Innanzitutto, sia al momento della nomina, sia in occasione dell’investimento effettuato, sono sempre state rispettate le disposizioni di legge e le procedure interne della Fondazione, né vi sono e né vi sono state situazioni di conflitto d’interesse derivanti dalle cariche ricoperte dal Presidente della Fondazione. Va osservato in primo luogo che gli incarichi del Presidente in società del gruppo Atlantia, nei confronti dei quali la Fondazione CRC non ha avuto alcun ruolo nelle relative procedure decisionali, riguardano unicamente la carica di componente del Collegio Sindacale, di cui faceva parte già prima della nomina in Fondazione. Il Presidente è infatti membro del Collegio Sindacale di Autostrade per l’Italia fin dal 2004 (Sindaco con maggiore anzianità nel Collegio) ed è stato confermato e nominato Presidente di detto organo dall’Assemblea dei Soci nell’aprile 2018. Per quanto riguarda le decisioni d’investimento della Fondazione CRC in Atlantia, si precisa che queste sono risalenti al 2016 e riguardano acquisti di azioni effettuati sui mercati regolamentati da Borsa Italiana. Importante sottolineare che queste decisioni, come quelle erogative e di programmazione di un’istituzione articolata come la Fondazione, sono prese in maniera collegiale e sancite da delibere del Consiglio di Amministrazione con il controllo del Collegio Sindacale, sulla scorta di proposte presentate dall’Ufficio finanza della Fondazione, a seguito di valutazioni tecniche basate su report specialistici e sugli andamenti di mercato. Infine, sempre per garantire la massima trasparenza, preme sottolineare le motivazioni che hanno guidato la scelta d’investimento della Fondazione CRC in Atlantia, riassumibili nei seguenti punti. Innanzitutto, la necessità di contemperare prudenza e ricerca di ricavi, per riuscire a generare nel tempo le risorse erogative così preziose per la provincia di Cuneo.  In secondo luogo, l’incrementata liquidità (oltre 200 milioni di euro) a disposizione della Fondazione a fine 2016, a seguito dell’operazione straordinaria di concambio BRE-UBI, che ha fatto emergere l’esigenza di individuare nuove opportunità di investimento. Inoltre, l’esigenza di perseguire una maggiore diversificazione nell’allocazione del patrimonio, ad oggi di circa 1 miliardo e 500 milioni di euro, particolarmente concentrato su titoli bancari e utilities: l’investimento nel settore delle infrastrutture ha offerto storicamente rendimenti tendenzialmente stabili e poco legati agli andamenti della borsa. A proposito di diversificazione, va specificato che i circa 50 milioni di euro investiti in Atlantia rappresentano il 3,3% dell’attivo patrimoniale della Fondazione e meno dello 0,3% del capitale sociale di Atlantia; il valore di carico di tale partecipazione è pari a 22,69 euro. In conclusione, un chiarimento rispetto al valore dell’investimento in Atlantia: la sua valorizzazione, al pari di tutti gli investimenti di lungo periodo effettuati dalla Fondazione, andrà valutata nel tempo, in base all’andamento prospettico del titolo. Queste valutazioni tecnico-finanziarie passano comunque in secondo piano, in quanto il pensiero della Fondazione va innanzitutto alle vittime del crollo del ponte Morandi, ai loro familiari e a tutta la città di Genova, chiamata oggi a reagire a quanto accaduto».

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