La Lega di Mondovì si mobilità per difendere Salvini: «Questa é l'Italia - afferma con un comunicato Diego Boetti, segretario Lega Nord Mondovì -, il paese dove una nave con 137 profughi desta più scalpore, sgomento e mobilitazione di 43 vittime morte a causa dell'incuria delle autostrade... dove il Ministro dell'Interno che protegge i nostri confini per evitare l'ingresso di clandestini che probabilmente finiranno per stuprare delle 15enni (la vicenda di Jesolo insegna), viene indagato dalla magistratura per sequestro di persona, mentre nessuno per la strage di Genova é ancora stato indagato. Dove la CEI si mobilita (ricordiamolo, grazie al Ministro Salvini, altrimenti anche da loro solo tante belle parole, e zero fatti...) ad ospitare i profughi della Diciotti, ma mai ha messo a disposizione il proprio patrimonio immobiliare per gli sfollati di Genova o dei passati terremoti. Dove chi protesta per il trattamento degli immigrati e dopo deve per forza assalire le forze dell' ordine, per potersi davvero sentire di sinistra... ma nessuno di questi "personaggi" accoglierebbe mai a casa propria un profugo, per potersi davvero sentire di sinistra. Questa è l'Italia... quell'Italia che noi e la maggior parte del paese non vuole! Noi stiamo con Salvini».
Ci sono alcuni chiarimenti doverosi. Sull’affermazione che presenta i clandestini come potenziali stupratori, va ricordato che la responsabilità di gesti riprovevoli, gravi e da reato… è sempre personale, non applicabile tout court ad una categoria di persone. Ci sono violenze perpetrate, purtroppo, da tutte le provenienze e le estrazioni sociali. E ci sarebbe da riflettere in merito. Sull’ospitalità offerta dalla CEI per i migranti sulla nave “Diciotti” c’è stato un intervento concreto “a fronte di una situazione insostenibile e per evitare ulteriori sofferenze ai profughi, nella logica indicata da Papa Francesco di costruire ponti e non muri” (come ha detto il portavoce della CEI), che ha pure bollato come inaccettabile una “politica portata avanti sulla pelle dei poveri”. Infine sulla disponibilità di alloggi per gli sfollati, dopo il crollo del ponte di Genova, dobbiamo correggere e respingere l’affermazione non vera, perché, su “Avvenire” del 22 agosto, l’inviato Paolo Ferrario scriveva, citando don Giacomo Martino, delegato del card. Angelo Bagnasco alla gestione degli aiuti in questa tragica emergenza: “A 43 minuti dal crollo avevamo messo a disposizione 120 posti per l’accoglienza”. E l’articolo proseguiva: “Nelle primissime ore 25 persone sono state sistemate nella parrocchia della Coronata ed altre 24 in una struttura della diocesi. Lo stesso cad. Bagnasco, ricorda don Martino, ha messo fin da subito a disposizione il Seminario, se ce ne fosse stata necessità, mobilitando la Curia alla ricerca di appartamenti liberi. ‘Anche ieri – riprende don Martino – mi ha chiamato un parrocchiano dandomi la disponibilità di una appartamento. Anziché affittarlo agli studenti, con la moglie ha deciso di metterlo a disposizione delle famiglie sfollate. E, come lui, tanti altri si sono fati avanti per aiutare in molteplici forme”. Circa gli aiuti ai terremotati, poi, basta sfogliare la documentazione Caritas per rendersi conto di quanto si è fatto e si sta facendo.
(red.)
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