Non c'è tregua, nel centro-sinistra di Mondovì. A una settimana dalla decisione di MoMo di aprire un dialogo col centro-destra, Canpora prova a ricucire ma il PD gli replica senza giri di parole. I rapporti fra le due anime del centro-sinistra sono ai minimi storici. I consiglieri comunali sono pronti a smarcarsi.
Una settimana fa, Mondovì in Movimento deliberava di avviare il dialogo pre-elettorale col "gruppo Bovetti" (già alleati al ballottaggio 2012) e col nuovo gruppo di maggioranza “Mondovì Oltre”, costola dell'amministrazione di centro-destra formatasi da poche settimane. La proposta ha spaccato l'assemblea: approvata con 20 voti su 36, ha lasciato solchi profondissimi dietro di sé. Solo pochi giorni fa il presidente di MoMo, Gabriele Campora, parlava di «una discussione franca e accesa». Oggi, più onestamente, ammette «accesi contrasti tra gli iscritti, divisi in due posizioni rivelatesi inconciliabili» che hanno lasciato in lui e nel direttivo «amarezza e delusione».
Il centro-sinistra in città è diviso in due: da un lato la “linea Campora”, dall'altra quella del no al dialogo con la maggioranza uscente. Un clima teso, anche perché tutti e tre i tre consiglieri comunali in carica, Magnino, Tarolli e Gambera, hanno vitato "no" alla proposta di Campora e del Direttivo. I tre sarebbero pronti a smarcarsi apertamente: Magnino (in assemblea) ha addirittura ventilato l'ipotesi di dimettersi dal Consiglio, Tarolli e Gambera potrebbero abbandonare il nome di MoMo e fondare un gruppo autonomo.
Campora ripete che l'apertura di un dialogo non significa nulla di più, che non c'è nessun accordo sottobanco. Ma dal fronte opposto si stigmatizza l'incongruenza della frase annunciata dallo stesso Direttivo: «avviare un confronto con “Mondovì Oltre”, con l'intento di verificare la sussistenza dei presupposti alla nascita di una coalizione “allargata” che promuova un programma in discontinuità con l'amministrazione». Come si fa a immaginare un programma di discontinuità con l'amministrazione Viglione, assieme a chi ne fa parte e ha sempre votato a favore del sindaco?
Con una lettera aperta, Campora tende la mano e prova a ricucire con i tre consiglieri e forse anche col PD: «Crediamo di aver agito per il bene del Movimento. Io e tutto il Direttivo ci auguriamo che col tempo questo venga compreso e accettato – scrive – anche da chi oggi prova rabbia, risentimento e disillusione, sentendosi tradito. Ben comprendo la netta disapprovazione dei nostri tre Consiglieri comunali alla decisione assembleare poiché ho ben presente quale sia stato, e sia tutt'ora, il loro ruolo e impegno in seno al consesso cittadino e con quanta arroganza l'attuale sindaco abbia da sempre gestito il rapporto con la minoranza. Siamo però giunti a meno di un anno dalle elezioni amministrative e una nuova pagina può, e deve, essere scritta. Si può provare a ripartire dal dialogo, dal confronto, dalla condivisione, dalla mediazione, dal compromesso? Il compromesso in politica non equivale automaticamente all’inciucio, non è un atto moralmente negativo e riprovevole, al contrario dovrebbe essere il compito principale di chi viene eletto».
"Il Direttivo del Partito Democratico di Mondovì prende atto con delusione della decisione presa a maggioranza dall’Assemblea di Mondovì in Movimento - è la dichiaraziobe di Olga Bertolino, segretario PD Mondovì - di lunedì 30 maggio, che ha visto il voto contrario dei tre Consiglieri comunali e dei due precedenti Presidenti di tale movimento civico. Riteniamo che le scelte effettuate con l’Ordine del Giorno votato, che sanciscono di fatto una possibile alleanza con una parte significativa dell’attuale amministrazione, siano intempestive e non corrispondenti alle originarie intenzioni e finalità per le quali tale movimento civico era nato. Per quanto riguarda le elezioni amministrative del 2017, alle quali intendiamo partecipare con una Lista con il nostro simbolo, confermiamo la nostra più volte affermata disponibilità a costruire un’alternativa insieme a quelli che abbiamo considerato nostri interlocutori primari: Mondovì in Movimento e il gruppo che fa capo a Mario Bovetti. Mantenendo come punto fermo la sostanziale discontinuità col passato: discontinuità che non pare minimamente intravvedersi nella volontà di considerare interlocutori privilegiati componenti di spicco dell’attuale maggioranza consiliare. Come è, infatti, possibile, se non con i fatti – discostandosi nel voto in Consiglio Comunale, soprattutto sui provvedimenti principali, quali quelli di approvazione del bilancio, delle sue variazioni e di atti di programmazione – porsi in discontinuità con il passato?"
in