Rivoluzione in Fondazione CRC: via libera alla fusione con Bra

È il primo caso in Italia. Ora le aree di riferimento saranno 4. Ecco come cambia la governance

Il Consiglio Generale della Fondazione CRC e il Comitato d’Indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Bra hanno approvato questa mattina il progetto di fusione per incorporazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Bra in Fondazione CRC. Si tratta della prima operazione di questo genere in Italia, in attuazione di quanto previsto dal Protocollo Acri-MEF del 2015, che auspicava «forme di cooperazione e di aggregazione per il perseguimento di obiettivi comuni» tra fondazioni e invitava «le fondazioni che, per le loro ridotte dimensioni patrimoniali non riescono a raggiungere una capacità tecnica, erogativa ed operativa adeguata» ad attivare «forme di collaborazione per gestire, in comune, attività operative fino a fusioni tra Enti».

In un Paese in cui la frammentazione costituisce un retaggio storico e un ostacolo alla crescita in tanti ambiti, questa operazione rappresenta un significativo passo avanti nella direzione di un’azione condivisa e finalizzata allo sviluppo della comunità. L’obiettivo è perseguire un’alleanza tra territori, raggiungendo la massa critica necessaria a migliorare l’efficienza e l’efficacia dell’azione progettuale ed erogativa. Nell’odierna fase storica i distretti territoriali sono chiamati a costruire le proprie strategie di sviluppo e innovazione - a partire da ambiti come la formazione, la ricerca scientifica, lo sviluppo economico, le infrastrutture, il welfare -, c’è bisogno di progettualità e istituzioni in grado di operare su una scala idonea. Questa l’operazione rappresenta dunque un primo e innovativo esempio, aperto fin da subito alla partecipazione di altre fondazioni del territorio. Il percorso oggi deliberato è stato realizzato grazie a un gruppo di lavoro congiunto, costituito da componenti di entrambe le Fondazioni coinvolte, che ha analizzato, discusso e trovato intese sui diversi aspetti toccati dall’operazione: da quelli patrimoniali a quelli erogativi, fino a quelli relativi alla governance. Il ruolo di apripista ha scontato la difficoltà dovuta all’assenza di una legislazione specifica che disciplini le fusioni tra Fondazioni: il supporto continuo garantito dall’Acri, dal MEF e dai consulenti legali e fiscali incaricati dalle due Fondazioni ha consentito di tracciare un iter e stabilire regole che costituiranno la prassi adottabile da altri Enti in operazioni analoghe su scala nazionale.

COME FUNZIONA LA FUSIONE
Nel concreto, l’operazione di fusione dovrà ricevere l’approvazione del MEF per procedere poi all’atto notarile di fusione, previsto all’inizio del 2019 con efficacia retroattiva dal 1° gennaio. La Fondazione Cassa di Risparmio di Bra sarà operativa fino all’atto di fusione, in tempo per approvare il proprio bilancio 2018 e confluire poi nella Fondazione CRC. Dal punto di vista delle grandezze in gioco, il valore del patrimonio di Fondazione Cassa di Risparmio di Bra che verrà incorporato da Fondazione CRC ammonta a circa 30 milioni di euro. 1,4 miliardi di euro è il valore del patrimonio di Fondazione CRC.

CONTRIBUTI E GOVERNANCE: COSA CAMBIA?
Sul piano dei contributi, i flussi delle sessioni erogative sul territorio braidese manterranno il livello prefusione, dato dalle somme delle erogazioni delle due Fondazioni. Il Braidese sarà definito come nuova area principale di operatività e si affiancherà alle tradizionali zone del Cuneese, dell’Albese e del Monregalese, avendo quindi accesso, su base meritocratica, anche ai bandi e ai progetti della Fondazione CRC. Per quanto riguarda infine la governance, il territorio braidese sarà rappresentato da un nuovo Consigliere Generale, selezionato tramite un bando specifico che verrà pubblicato subito dopo l’atto di fusione.

«Oggi la Fondazione CRC e la Fondazione CR Bra hanno scritto insieme la prima pagina di una nuova storia, che siamo sicuri vedrà altre operazioni simili in tutto il territorio nazionale: un obiettivo che il Protocollo Acri-MEF aveva previsto e finora non era stato realizzato” afferma il presidente della Fondazione CRC, Giandomenico Genta. «Questi accordi consentiranno di dare continuità e stabilità all’azione erogativa sui diversi territori e di promuovere progettualità e modalità operative innovative ed efficaci che solo una grande Fondazione può realizzare. La scelta di superare le logiche campanilistiche, preservando l’identità dei diversi territori all’interno di un soggetto più ampio, è risultata vincente».

«Il processo di integrazione della Fondazione CR Bra in Fondazione CR Cuneo rappresenta un modello virtuoso anche a livello nazionale, essendo stato condiviso fin da subito e senza forzature con le istituzioni e il mondo dell’associazionismo, e funzionerà sicuramente da apripista per altri percorsi di aggregazione» dichiara il Presidente dell’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte Giovanni Quaglia. «È la dimostrazione che gli enti più grandi possono diventare poli aggreganti in grado di realizzare progetti realmente significativi per le comunità. Ritengo importante che tali processi avvengano con il coinvolgimento dei territori di riferimento e prima che eventuali situazioni di criticità li impongano. L’obiettivo comune è permettere alle Fondazioni di raggiungere una capacità tecnica, erogativa e operativa adeguata per rispondere in maniera sempre più efficiente ed efficace alle nuove sfide poste dalle trasformazioni economiche e sociali che impattano sulle famiglie, sulle imprese, sulle istituzioni”.

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