La Granda si prepara a una nuova fase di accoglienza massiccia. Entro la fine dell’anno potrebbero arrivare in provincia di Cuneo altri 700 richiedenti asilo, che porteranno il totale, su tutto il territorio cuneese, a quasi 3 mila. La Prefettura ha inoltrato una richiesta – “manifestazione di interesse” – ai vari soggetti, privati, coop e associazioni, per trovare le strutture dove ospitarli. Chi ha disponibilità di accoglienza dovrà confermare entro la fine di agosto.
L’elenco dei Comuni indicati dalla Prefettura, nel Monregalese
Alto, Briaglia, Briga Alta, Camerana, Cigliè, Clavesana, Dogliani, Marsaglia, Mombarcaro, Mombasiglio, Monastero Vasco, Monasterolo Casotto, Nucetto, Paroldo, Perletto, Perlo, Piozzo, Pocapaglia, Prunetto, Roascio, Rocca Cigliè, Rocca de’ Baldi, Sale Langhe, Sale San Giovanni, Saliceto, Sant’Albano Stura.
Esenti Mondovì e i 12 Comuni che hanno aderito allo Sprar
Questa situazione però non riguarda Mondovì e gli altri 11 Comuni (Farigliano, Frabosa Soprana, Frabosa Sottana, Roccaforte, Villanova, Vicoforte, Lequio Tanaro, Pianfei, Roburent, San Michele M.vì, Niella Tanaro) che, guidati dal CSSM, hanno deciso di voltar pagina in materia di accoglienza dei richiedenti asilo e hanno aderito allo “SPrar”, il sistema di accoglienza a gestione diretta.
Il bando era stato varato dal CSSM, l’assegnazione è prevista entro la fine del mese. Al bando hanno partecipato tre soggetti (uno di questi è una Rete temporanea di imprese che coinvolge un ampio numero di soggetti del territorio, 5 coop, Caritas, Croce Rossa e perfino due società sportive locali).
Una scelta “azzeccata”
Apparentemente dunque la scelta di Mondovì e degli altri 11 Comuni di aderire al nuovo sistema, ha “pagato”: la Prefettura ha escluso questi paesi dall’elenco, dimostrando che quanto accordato mesi fa, dopo gli incontri, è stato mantenuto.
Oggi i Comuni monregalesi che accolgono profughi lo fanno con il sistema di accoglienza chiamato “CAS” - “Centro di accoglienza straordinaria”. Un sistema che nel corso del tempo si è rivelato pieno di falle e soprattutto fuori dalla portata degli stessi sindaci, che spesso non hanno neppure modo di venire a conoscenza degli arrivi. Inoltre troppo spesso i gestori dei centri di accoglienza (come gli alberghi) non fanno quasi nulla per favorire l’integrazione ed evitare che le situazioni degenerino. Invece con la Rete “SPRAR” si potranno mettere in campo percorsi di inclusione al lavoro, si occupano delle pratiche legali, trovano modo per inserire i rifugiati in un’ottica di vera integrazione. I Comuni aiutano i profughi ad accedere alla sanità pubblica, alla scuola per i bambini o ai corsi (anche di lingua) per gli adulti, spiegano come fare per ottenere il ricongiungimento familiare, l’iscrizione anagrafica, eccetera.