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Mondovì, le minoranze votano contro e bloccano la modifica allo Statuto: «Queste cose si concordano prima»

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Questa volta non bastava la maggioranza semplice. Era una proposta di modifica allo Statuto comunale, e serviva la "maggioranza qualificata" ovvero il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri. Giovedì 29 settembre, per una volta, hanno in un certo senso vinto le minoranze. Che hanno votato "no". E il motivo, con parole diverse, lo hanno ribadito più o meno tutti (Morandini, Oreglia, Pulitanò, Rosso e li citiamo così per ordine alfabetico): «È una questione di metodo: se si vuole modificare lo Statuto, carta fondante del Comune, ci dovete coinvolgere prima». Verrebbe da dire che è una questione di pura logica, di causa-effetto: se si vuole portare avanti una proposta che richiede, per legge, l'approvazione delle minoranze, o la si concorda... o si rischia di non ottenerla. Di quali modifiche si parlava? Ne parlavamo ieri: la possibilità di istituire i "Consigli di frazione (e i "capi-cantone") e la possibilità, per il sindaco e...

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