L’attacco dei sanitari: «La Regione vuole assumere medici da usare come infermieri»

piemonte aggiornamento contagi coronavirus

«La lettera di ieri della Direzione Sanità e Welfare della Regione Piemonte, che invita le aziende sanitarie regionali ad assumere, in mancanza di infermieri, medici cui far svolgere attività infermieristiche, dà l’idea del punto di confusione a cui è giunto l’Assessorato alla Sanità». Sono le parole, durissime, dell'Ordine dei medici di Torino. L'ordine tuona contro una delle carte che Icardi ha messo in campo in quella che può essere definita a tutti gli effetti una "campagna di reclutamento" senza pari. Il personale sta iniziando a scarseggiare: i casi di positività fra il personale e l'aumento continuo dei ricoveri (oggi hanno superato quota 4.600) stanno schiacciando la macchina ospedaliera.

L'Ordine ha diramato una nota stampa: «Dopodomani il nostro Ordine iscriverà d’urgenza 50 nuovi medici appena abilitati, pronti a scendere in campo a fianco dei colleghi che, esausti, continuano a fronteggiare l’epidemia in tutte le maniere possibili. Durante questa emergenza, tutti i medici, anche se specializzati in discipline non strettamente attinenti, si sono resi disponibili a gestire i malati Covid. Ma quando si attiveranno i letti a Torino Esposizioni, dove si troveranno i medici se saranno stati assunti come infermieri? È necessario che le competenze vengano sfruttate al meglio senza demansionamento. Ci sono pazienti con interventi e controlli rimandati, stiamo chiudendo i servizi non urgenti alla popolazione per mancanza di medici. E adesso vogliamo che i medici facciano gli infermieri? Certo, è innegabile che la situazione sia gravissima e che manchi personale, ma le strade da percorrere sono altre. Non serve ora chiederci se, nei mesi estivi, sia stato fatto tutto quello che si raccomandava di fare per essere preparati alla seconda ondata in termini di tracciamento dei contatti, isolamento, assistenza territoriale, posti letto ospedalieri, personale e se si siano messe in pratica le possibilità che, su quest’ultimo punto, ha offerto il Decreto Rilancio dello scorso maggio. Prendere decisioni improvvisate, non condivise è segno di attivismo vano, inconcludente e pericoloso. Gli infermieri hanno una professione ben definita nelle sue competenze, autonoma, indipendente, di cui sono fieri e responsabili. Non sono dei piccoli medici. E non vale che qualcuno ci ricordi il nostro Codice Deontologico: i medici lo sanno a memoria l’articolo 9 (“Il medico in ogni situazione di calamità deve porsi a disposizione dell’Autorità competente”), ma più che altro lo stanno mettendo in pratica disperatamente 24 ore al giorno, tutti i giorni. Si è pensato, in carenza di laureati, di coinvolgere gli studenti di infermieristica degli ultimi anni? Visto che una buona parte del tempo di lavoro di infermieri e medici va in pratiche amministrative, si è pensato di dotare reparti, pronto soccorso, ambulatori, studi medici di questo personale, più facile da ingaggiare? E infine: siamo sicuri che chi governa la nostra salute, oggi come ieri, sia in grado di farlo?».

E non è una questione di difesa di parte. Infatti il sindacato infermieristico Nursing Up ha diramato un comunicato dai toni altrettanto duri: «Apprendiamo con sconcerto, rabbia e stupore dell'assurda direttiva che la Regione Piemonte ha impartito alle aziende sanitarie, secondo la quale in assenza di assunzioni di infermieri essi dovrebbero ricorrere all'assunzione di medici o figure di supporto da impiegare come infermieri. Se non fosse un triste e disastroso novembre, in cui la lotta al coronavirus si fa sempre più ardua, penseremmo ad un "pesce d'aprile". Si tratta, invece, della realtà messa nero su bianco che certifica una gestione della sanità da parte della Regione Piemonte allo sbando, senza alcuna logica, che non solo non sta risolvendo alcun problema, ma anzi, con queste decisioni astruse ed estemporanee, ne crea di nuovi e peggiori. Se la Regione avesse provveduto per tempo alle assunzioni che da mesi andiamo dicendo essere indispensabili, non saremmo in questa condizione. Il Nursing Up, sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie, esorta la Regione a ritirare immediatamente questa astrusa e assurda direttiva che viola ogni norma e accordo a livello nazionale rispetto alla figura professionale degli infermieri. Oggi paghiamo l'inettitudine e le inefficienze del passato. Per mesi e mesi abbiamo detto e ripetuto che era necessario assumere infermieri e potenziare l'assistenza territoriale, pensiamo ad esempio agli infermieri di famiglia, in modo da curare a casa i pazienti. Siamo sempre stati ignorati come se le nostre osservazioni, che nascono da anni di esperienza nei reparti e negli ospedali, fossero banalità o richieste insensate. La verità è che se la Regione ci avesse dato retta prima, oggi non ci troveremmo in questa situazione. Oggi, mentre l'organizzazione latita in modo evidente, gli ospedali si intasano. Così si dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, quanto basso sia il rispetto per la nostra professione di infermiere e per le professionalità dei colleghi laureati e specializzati. Il concetto sarebbe: se non si trovano infermieri, mettiamo chiunque altro, fosse anche un medico, a fare quel lavoro, tanto basta? Ma ci rendiamo conto?».

ICARDI: «L’APPELLO DELL’UNITA’ DI CRISI NON INTENDE SNATURARE IL RUOLO DEI MEDICI E DEGLI INFERMIERI, CHIARIREMO EVENTUALI EQUIVOCI» – «Sono certo che l’indicazione trasmessa dall’Unità di crisi non intendesse in nessun modo offendere o ledere il ruolo dei nostri medici e infermieri. La Regione Piemonte, infatti, ha attivi in questo momento numerosi bandi per contrattualizzare diverse professionalità sanitarie. Incluso personale medico, che nessuno intende assumere in ruolo infermieristico. L’appello, in un momento di grande emergenza come quello in cui ci troviamo e di carenza di personale, è quello di poter contare il più possibile sul supporto di tutti per ciò che ciascuno può fare, per garantire l’assistenza ai pazienti. Mi spiace se quello che nelle intenzioni dell’Unità di crisi era un semplice appello può aver offeso la sensibilità del nostro personale sanitario, che è eccellente. Ma posso garantire che non ci sarà mai nessun atto da parte dell’Assessorato che possa snaturare la professionalità e le specifiche competenze dei nostri operatori. Come richiesto dalle organizzazioni sindacali a breve sarà predisposta una nota tecnico giuridico strutturata che farà chiarezza ed eviterà ogni equivoco che possa essere insorto». Cosi l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, in merito alle comunicazioni dell’Unità di crisi sull’impiego del personale medico e infermieristico.

 

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