«No al controllo del green pass dei clienti in tabaccheria» lo scrive a chiare lettere Erika Colombero, titolare di uno storico esercizio di Peveragno, la tabaccheria che si trova davanti alla chiesa di San Giovanni. «Chiuso perché non voglio lavorare sotto ricatto. Chiuso perché non sono capace di discriminare. 
Chiuso perché io i clienti li accolgo con un sorriso, non li mando via» è la scritta che campeggia sulla serranda abbassata della tabaccheria. Chiuso, dunque, per protesta, contro le decisioni del governo, che ha imposto il possesso del green pass anche per entrare in tabaccheria. «Discrimina, ostacolando l’accesso a servizi ritenuti essenziali a marzo 2020 in piena pandemia. Crea inevitabilmente code e assembramenti in contrasto con le norme anticontagio. Qual è la ratio di tale misura se i nostri clienti si fermano in media meno di 2-3 minuti nel locale e vi accedono con entrate contingentate e distanziamento?» si legge ancora sulla vetrina del negozio, desolatamente spenta. La protesta della titolare ha raccolto anche diverse testimonianze di solidarietà, con vari cartelli appesi dai concittadini. La maggior parte sono firmati, ma non tutti: chi accosta il giorno della memoria al contesto attuale non ha trovato, evidentemente, il coraggio di mettere il nome sotto le proprie affermazioni, accontentandosi di un generico “Una peveragnese”.
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