Il Governo sta... ingranando la marcia indietro? Il blocco diesel euro 5 in Piemonte, per i Ministeri ora è «da rivalutare»: si legge questo in una nota congiunta dei Ministeri delle Infrastrutture e Trasporti, dell’Ambiente e sicurezza energetica e delle Politiche europee, a vallo di una riunione tenutasi poche ore fa.
Questa la nota, diffusa dalle agenzie: «Fare il punto sui risultati conseguiti nella tutela della qualità dell’aria dalle misure fino ad oggi implementate concretamente dalle amministrazioni nazionali e locali e, in questa prospettiva, rivalutare la misura della Regione Piemonte per lo stop ai veicoli diesel euro 5 dal prossimo 15 settembre e lavorare a una serie di soluzioni normative per aggiornare l’impegno del governo italiano per tutelare l’ambiente, nel solco degli accordi con l’Europa ma facendo i conti con la nuova realtà post-Covid e alla luce di altre iniziative messe in campo per abbattere le emissioni. È quanto stabilito nel corso della riunione tecnica di oggi tra esperti dei ministeri guidati da Pichetto, Salvini e Fitto oltre ad esponenti della Regione Piemonte. Tutti gli attori stanno lavorando in pieno coordinamento e sintonia».
Cosa potrebbe cambiare? Ci sono tre ipotesi.
La prima, quella più rapida e facile, è uno slittamento della norma, spostando le lancette avanti al 2024 o addirittura al 2025 : cambierebbe poco, ma potrebbe “dare respiro” magari alle aziende per cambiare parte del parco mezzi. E toglierebbe anche una “patata bollente” alla politica… visto che il Piemonte va in elezioni nella primavera 2024.
La seconda è una mera “ipotesi di scuola”: un cambio di norma vero e proprio, per esempio
escludendo i diesel Euro 5 dai blocchi. Ma è quasi impossibile che Bruxelles accetti una sterzata del genere, peraltro a due settimane dall’entrata in vigore dei provvedimenti. Resta la terza, quella più probabile: un “allargamento delle deroghe”, demandato alle Amministrazioni locali, che – per esempio – consentirebbe di escludere dai blocchi i mezzi merci o addirittura tutti coloro che si spostano per lavoro. Ma in questo caso, a chi spetterebbe il controllo? Si tornerebbe alle “autocertificazioni” di epoca Covid? E quali sarebbero i paletti? Tutto da studiare.