Il vescovo sui luoghi dell’alluvione 2020 in alta Val Tanaro: «La gente resta in ansia per interventi che tardano»

Momento di vicinanza alle popolazioni colpite e di richiamo alle istituzioni regionali a fare presto

Presenza del vescovo mons. Egidio Miragoli, domenica 3 ottobre, in alta Val Tanaro, per farsi prossimo, nel primo anniversario dell’alluvione, alle popolazioni colpite che purtroppo non hanno ancora visto risolti tanti problemi causati dalla piena spaventosa del Tanaro nei primi giorni di ottobre 2020. Cogliendo questa occasione di memoria accorata, per ravvivare l’attenzione delle istituzioni e delle autorità sul territorio ferito da danni enormi, che rischia di finire nel ruolo di “cenerentola” rispetto ad altri siti e località più in vista o maggiormente sotto i riflettori. Ma pure si è trattato di un momento in cui richiamare l’importanza che tutti dobbiamo avere per la cura dell’ambiente, bene primario e vitale delle nostre comunità. Una parola forte accanto alla gente che attende risposte strutturali, complessive, concrete, risolutive.

Al termine della celebrazione, il vescovo si è poi recato nel cimitero di Trappa, a suo tempo investito dall'onda d'urto del Tanaro, con la distruzione di una parte del camposanto e la dispersione di centinaia di salme e bare. Con il parroco di Garessio, don Aldo Mattei, e del collaboratore padre Alessio, e un gruppetto di fedeli, ha pregato per i defunti e benedetto il cimitero, in cui è stato ricostruito il muro travolto dalla furia delle acque.

Non è mancato un dialogo con i presenti, che hanno manifestato al vescovo le loro preoccupazioni per una situazione che ha visto solo alcuni interventi urgenti, come la demolizione del ponte di Garessio, senza poi dare continuità a lavori di messa in sicurezza del territorio in maniera complessiva.

Come è stato segnalato, infatti, resta la situazione precaria dei torrenti che affluiscono al Tanaro, carichi di detriti e legname, resta la situazione del letto del fiume che in tante parti rimane pericolosa in caso di piogge abbondanti, resta la preoccupazione dei paesi a valle, come ad esempio al ponte di Ceva presso l’Oratorio. Oggettivamente i Comuni interessati non hanno risorse per interventi straordinari, che del resto sono di competenza della Regione. Resta quindi l'auspicio che quanto prima si ponga attenzione ai tanti problemi rimasti irrisolti, dando seguito alle promesse. Facile immaginare, infatti, che in caso di eventi atmosferici seri, la valle ricadrebbe in un rischio ulteriore di dissesto.

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