«La nostra verità»: i sei consiglieri dimissionari a Ceva danno la loro versione dei fatti

«È giunto il momento di fare un po' di chiarezza. O, quantomeno, di (ri)appropriarci di una voce che ci è stata tolta e negata»

È giunto il momento di fare un po' di chiarezza. O, quantomeno, di (ri)appropriarci di una voce che ci è stata tolta e negata. Dopo gli spiacevoli accaduti dell'ultimo mese, ci sembra giusto e doveroso fornire ai cittadini, cebani e non, la nostra versione dei fatti, ma per riuscirci è necessario fare un passo indietro e tornare al periodo estivo del 2017.
Il 22 Giugno i rappresentanti legali della ditta Salgaim Ecologic S.p.A. si sono recati presso il Comune di Ceva, dove era stato richiesto un incontro con l'amministrazione, per illustrare la loro attività e discutere di un'eventuale assegnazione di terreni nell'area PIP della nostra città al fine di costruire un nuovo impianto per lavorare gli scarti di macellazione. Obiettivo: produrre farine proteiche e grassi animali di origine mista per mangimi destinati all'alimentazione di animali, principalmente d'affezione. La scelta è caduta su Ceva in quanto uno dei poli di macellazione più importanti del nord-ovest al fine di creare una filiera con le aziende già esistenti sul territorio. È importante sottolineare che già allora era stata richiesta a Vizio la partecipazione di un tecnico specializzato che potesse fornire un'opinione competente sulla base di quanto dichiarato dai rappresentanti della ditta veneta. A tale istanza, il Sindaco rispose con un due di picche. A questo incontro seguì la visita di tre amministratori allo stabilimento di Tezze sul Brenta (VI), durante la quale nessuno di loro ha riscontrato problemi odorigeni o di altro genere. Anzi: è stata ampiamente messa in risalto l'inaspettata alta tecnologia degli impianti. A questo punto l'opinione comune sembrava concordare sulla serietà e sulla responsabilità della ditta in questione, fatta eccezione per Vizio, il quale continuava a procrastinare la propria indecisione senza giustificarne il "perché". Vane furono le incalzanti richieste da parte dei consiglieri per un ultimo e decisivo intervento da parte di una figura professionale che potesse fornire una perizia tecnica e competente così da eliminare qualsiasi incomprensione di sorta. Nell'ultima riunione di Maggioranza del 27 Settembre, la risposta di Vizio a tale richiesta fu chiara e antidemocratica: per lui le indagini finivano in quel medesimo istante. Poco gli importava che sei Consiglieri di Maggioranza su nove volessero documentarsi maggiormente: per lui era "no!", e "no!" rimaneva. Com'era dunque possibile sostenere l'interrogazione dei consiglieri Rachino e Bezzone in merito alla ditta, se non si possedevano dati concreti su cui poter fondare le proprie conclusioni? Unanime fu la decisione di non presiedere al Consiglio del 29 Settembre. L'intero gruppo si aspettava che il Sindaco indicesse una riunione straordinaria la mattina seguente, per potersi confrontare faccia-a-faccia con ognuno e cercare di trovare un punto d'incontro. E invece fu più facile lavorare di comunicati stampa e sotterfugi, fino alla destituzione delle deleghe e alla creazione di una nuova Maggioranza – l'AVEC – costituita dal responsabile impegno morale e civile tra Vizio e i quattro candidati a lui concorrenti.
Non ci spingeremo oltre e non commenteremo altrimenti: nelle giornate di Venerdì 10 e di Sabato 11 Novembre abbiamo provveduto a rassegnare le nostre dimissioni, seguiti dai quattro esponenti della lista che avrebbero dovuto surrogarci (Ettore Bozzolo, Serena Langhetti, Giuseppina Rizzo e Daniela Rossotti). Vogliamo scusarci ancora una volta con i nostri elettori e con tutti i cittadini di Ceva per non essere riusciti a ottenere tutta la documentazione necessaria così da poter sostenere sensatamente un "sì" o un "no" per una quindicina di posti di lavoro. Nessuno di noi voleva imporre la costruzione di uno stabilimento nocivo per l'ambiente: l'unica cosa che chiedevamo e per cui ci siamo battuti era un metodo di lavoro accurato, capace di prendere le proprie decisioni basandosi su dati tecnici affidabili e non su ragioni-fantasma o su "sentiti dire". Questo ci tenevamo a far sapere, e adesso non possiamo che ringraziarvi per il sostegno e per la fiducia con cui ci avete appoggiato e con cui continuate a supportarci.

I sei consiglieri dimessi

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