“150 cime”, con l’esercito a Roccaforte e Chiusa Pesio

Un momento di condivisione e sinergia con le comunità e il territorio: questo è il senso ultimo dell’iniziativa “150 cime” che celebra la ricorrenza dei 150 anni dalla fondazione delle Truppe Alpine. I reparti dell’Esercito escono dalle caserme per piantare i propri campi base nei paesi delle nostre valli, con la possibilità di far visitare i mezzi e partecipare ad attività addestrative ed eventi pensati per la popolazione. Nelle Valli Pesio e Ellero si sono stabiliti gli uomini del 1º Reggimento Artiglieria terrestre di montagna, usualmente di stanza a Fossano, reparto attualmente comandato da Angelo Tancredi. Per una settimana e mezza il Reggimento ha messo le proprie tende a Chiusa Pesio prima e a Roccaforte poi, una bella occasione anche per la popolazione di avvicinarsi e conoscere meglio questa realtà, che svela in questa occasione il suo volto più familiare. Nelle attività di addestramento sono previste numerose ascese, dalle più semplici alle più difficili, alcune delle quali sono aperte a tutti, potendo così accompagnare i militari nell’escursione (nella settimana gli Artiglieri sono saliti sulla Bisalta, sul Marguareis, sul Cars, su Cima Durand, Cima delle Saline, mentre è ancora prevista l’ascesa al Mondolè, giovedì pomeriggio). Non sono mancati i momenti di commemorazione ai monumenti ai Caduti a Chiusa Pesio ed a Roccaforte, a cui hanno partecipato anche i locali Gruppi Ana. In effetti le “Penne nere” del territorio sono efficacissime nel curare la logistica dell’evento e anche nel rappresentare un tramite per favorire l’incontro tra la popolazione e i professionisti dell’Esercito. In particolare L’ANA monregalese presieduta da Armando Camperi era impegnata nel seguire gli eventi della domenica a Roccaforte. In piazza mons. Eula i militari hanno allestito un piccolo parco mezzi, con un obice, un camion trasportatore e uno stand contenente attrezzature da montagna e abbigliamento specifico. Inoltre, hanno montato una piccola parete per l’arrampicata e un circuito per sci di fondo, su cui numerosi bambini hanno potuto cimentarsi con tecniche base di questi sport. Alle 18 nella parrocchiale di San Maurizio il cappellano militare ha celebrato la Messa, dopodiché, con la Fanfara Taurinense in testa, un corteo formato dal Reggimento e dai Gruppi Alpini locali, oltre che dalle autorità, si è mosso verso il monumento ai caduti. L'unità di Protezione Civile della sezione Ana era presente anche per garantire assistenza al corteo. «Siamo orgogliosi di poter ospitare il Reggimento, dedichiamo un ricordo ai caduti che hanno lasciato la vita sulle nostre montagne per proteggerci», il saluto del sindaco di Roccaforte, Paolo Bongiovanni. In serata, a partire dalle 21, in piazza mons. Eula grande attesa e folto pubblico per il concerto e il carosello della Fanfara Taurinense. I musicisti, diretti dal fariglianese Marco Calandri, hanno eseguito classici del repertorio bandistico e militare, tra cui l’attesissima “Marcia dei coscritti”, unico pezzo cantato, con il coro della piazza che si è unito alle voci degli strumentisti. L’esibizione si è conclusa con una versione dell’Inno di Mameli particolarmente curata ed espressiva, volta a restituire le sue potenzialità musicali, spesso “schiacciate” da esigenze di circostanza che portano a esecuzioni frettolose e grossolane. I soldati, inoltre, si sono esibiti nelle elaborate coreografie del “Carosello” muovendosi come un sol uomo anche nelle dinamiche musicali, rispettando le indicazioni del direttore con impressionante prontezza e coesione.

Intervista - Il comandante: «Sinergia con il territorio e onore ai nostri caduti»

Comandante Tancredi, qual è il significato delle “150 cime”?
«Con “150 cime” abbiamo allestito un’iniziativa che ripercorre i 150 anni delle Truppe Alpine, intendendo così rievocare questa ricorrenza. Siamo impegnati in attività di carattere addestrativo, che consistono soprattutto nelle marce in montagna, proprie e tipiche della Truppe Alpine. Nello stesso tempo “150 cime” vuole rappresentare un momento di sinergia con quello che è il territorio, quindi riscoprire la realtà locale, rendere omaggio ai nostri caduti, in quelli che sono i bacini di reclutamento, nonchè dove ci sono stati fatti d’arme importanti. Questo consente a noi Alpini di avvicinarci alla popolazione e quindi di ricreare questo legame, ma anche vuole ricordare i valori portanti della nostra Istituzione».

L’Esercito è sempre più impegnato anche sul fronte delle operazioni civili, oltre alle spedizioni negli scenari bellici internazionali, penso a un’operazione come “Strade sicure”. È un impegno che va sempre ampliandosi?
«Come ben sappiamo l’Esercito è una risorsa per il Paese, si muove su più settori. Questa è una missione di carattere principalmente addestrativo, mentre l’operazione “Strade sicure” rientra in uno dei mandati che l’Istituzione ha dato all’Esercito in concorso con le Forze di Polizia per garantire la sicurezza del territorio nazionale. Permangono anche gli impegni internazionali: sono tre filoni che si intrecciano in un’unità a garantire in questi tre diversi ambiti propri l’impegno delle Forze armate».

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