Il presidente della Provincia ricorda la terribile alluvione del ’94: «Mai abbassare la guardia»

29 anni dopo la tragedia, Luca Robaldo torna con la mente a quei giorni tristissimi: «Avevo 9 anni quando con papà arrivai a Ceva la mattina del 5 novembre. Dovemmo fermarci a poca distanza dal Tanaro, che proprio in quel momento stava rompendo gli argini»

Il Tanaro a Garessio durante l'alluvione del 1994
Il Presidente della Provincia Luca Robaldo ricorda così la tragedia dell'alluvione del Tanaro del 4 e 5 novembre 1994, 29 anni dopo: «Fu la prima grande emergenza di tipo idrogeologico che coinvolse il sistema di Protezione civile. A distanza di tanti anni infatti di questi giorni ci dicono che non bisogna mai abbassare la guardia».
«Avevo 9 anni quando con papà arrivai a Ceva la mattina del 5 novembre e dovemmo fermarci a poca distanza dal Tanaro che proprio in quel momento stava rompendo gli argini». Così il presidente della Provincia Luca Robaldo ritorna, con un ricordo personale, alla tragedia dell’alluvione del 1994 che quasi trent’anni fa, il 5 e 6 novembre 1994, travolse la provincia di Cuneo e tutto il Basso Piemonte con l’esondazione del fiume Tanaro e dei suoi affluenti, in particolare il torrente Belbo. La grande alluvione coinvolse anche Torino, Asti e Alessandria causando in totale 70 vittime e 2.226 sfollati in Piemonte. Delle vittime, 29 erano cuneesi.
«La grande alluvione cambiò anche la geografia dei luoghi e la vita delle persone – prosegue Ronaldo –. E fu la prima grande emergenza di tipo idrogeologico che coinvolse il sistema di Protezione civile, il primo banco di prova della legge 225 che nel 1992 (soltanto due anni prima) aveva istituto il Servizio. Rappresentò un momento si svolta, sottolineato dalla volontà di riscatto e di ripartenza di tutta la Granda. In tutti questi anni sono state messe a punto procedure di allertamento e gestione degli eventi critici che nel corso di quasi tre decenni sono andate affinandosi, così come i tanti lavori eseguiti lungo le sponde di fiumi e torrenti. Ma il problema rimane, soprattutto in questi anni segnati da cambiamenti climatici sempre più importanti, come vediamo anche in questi giorni in Toscana e in altre località d’Italia, a dimostrazione del fatto che non bisogna mai abbassare la guardia».

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