All’indomani del “passaggio di consegne”, esplode la vertenza fra Proteo Ambiente e i sindacati. Al centro dello scontro c’è il nuovo mega appalto di ACEM della raccolta rifiuti, che riguarda 85 Comuni (tutto il bacino del Consorzio, tranne Mondovì e Ceva): un contratto della durata di otto anni e dell’importo di 47 milioni di euro. Lo ha vinto la Proteo Ambiente Impresa sociale. Il 14 febbraio si è tenuto l’incontro fra Proteo Ambiente e i sindacati, FP Cgil, FIT-Cisl e Fiadel.
L’esito, per i sindacati, è del tutto insoddisfacente: «Nella fase dell’incontro la Proteo Ambiente Impresa Sociale ha ritenuto di effettuare una forzatura – scrivono, in una nota, i sindacati a firma unitaria – e procedere con l'applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro delle cooperative sociali senza rispettare i relativi ambiti di applicazione; disconoscendo il contratto nazionale Fise-Assoambiente Servizi Ambientali ai lavoratori oggetto del passaggio ai quali detto CCNL era applicato ormai da decenni. La Proteo Ambiente ha deciso di procedere unilateralmente disconoscendo il CCNL Servizi Ambientali applicato in via prioritaria nell’ambito di tutte le gare dei Consorzi della Regione Piemonte, e in tutta Italia». Per i sindacati, questo cambio di contratto non è accettabile. «È la prima volta che in un cambio appalto le lavoratrici e i lavoratori vengono privati del Contratto ritenuto “Leader” del settore – affermano –, e riteniamo sia un atteggiamento provocatorio e pericoloso, che va assolutamente contrastato. Metteremo in campo tutti gli strumenti a nostra disposizione, sia legali che di mobilitazione al fine di tutelare i lavoratori e le loro famiglie».
In realtà, non si tratterebbe di una situazione inedita: un caso simile è avvenuto qualche anno fa, nel 2019, in una zona dell’Imperiese in cui l’appalto andò a quella che allora si chiamava Proteo Società Cooperativa Sociale. Ecco perché oggi il neo-gestore replica che le condizioni sono tutte assolutamente regolari: «Noi applichiamo il contratto previsto per le Cooperative sociali – affermano da Proteo Ambiente Impresa Sociale –. È una scelta, prevista dalla norma, che abbiamo fatto perché noi puntiamo a emancipare il modello di impresa rispetto alle “imprese profit”. Siamo una cooperativa e applichiamo il contratto da cooperative, come la legge ci consente di fare». Nel 2019, infatti, sul caso imperiese si pronunciò l’ANAC, Autorità anti-corruzione: che ribadì che il soggetto appaltante (in questo caso, ACEM) non potrebbe in alcun modo obbligare il gestore, se si tratta di una coop sociale, ad adottare il contratto nazionale piuttosto che un contratto da cooperativa. E che, anzi, se lo facesse violerebbe le norme. E per quanto riguarda la retribuzione? Proteo Ambiente: «Ai nuovi assunti viene confermato il medesimo stipendio che avevano col contratto precedente, più alcune premialità. E infatti quasi tutti i lavoratori delle ditte precedenti hanno scelto di firmare e passare con noi». Si parla di nove lavoratori su dodici per una delle aziende, mentre i dipendenti di un’altra società passeranno in due momenti differenti. Per la Proteo Ambiente, il problema non esiste: «Noi stiamo garantendo un lavoro a tutte queste persone, al medesimo stipendio di prima. Lo ripetiamo: applichiamo il contratto previsto dalla legge».