Coronavirus, i dati dal Piemonte: in 24 ore 20 nuovi decessi

Coronavirus, i dati dal Piemonte: in 24 ore 20 nuovi decessi. L'iSS: «Cresceranno ancora: i comportamenti sconsiderati avranno i loro effetti»

Coronavirus, i dati dal Piemonte: in 24 ore 20 nuovi decessi. L'ISS: «Cresceranno ancora: i comportamenti sconsiderati avranno i loro effetti»

Non giriamoci attorno: è un brutto bollettino, quello di oggi. Perché i dati dicono, numeri alla mano, che in 24 ore il numero dei decessi in Piemonte è quasi raddoppiato. Alle 17 di ieri, giovedì 12 marzo, erano 26: alla stessa ora di oggi, venerdì 13 marzo, sono 46. Un aumento vertiginoso, così come quello dei pazienti di terapia intensiva: passati da 97 a 135. Assolutamente in linea, purtroppo, col dato nazionale: che ha visto i decessi crescere da 1016 a 1266, +250 deceduti. E', chiaramente, il peggior dato registrato fino a oggi.

A Torino c'è anche una notizia positiva: il primo guarito in regione, un uomo di 97 anni ricoverato all'Amedeo di Savoia.

«Ci aspettiamo un'ulteriore crescita nei giorni a venire – ha detto poco fa, in conferenza stampa, Silvio Brusaferro dell'Istiuto Superiore di Sanità –, le immagini di folle sulle spiagge e sulle stazioni sciistiche che i media hanno riportato nei giorni scorsi non saranno senza conseguenze. Molte di quelle persone nei prossimi giorni inizieranno ad accusare la sintomatologia».

RIEPILOGO IN PIEMONTE - In Piemonte si registrano, secondo i dati diffusi poco fa dalla protezione civile, 556 ricoverati di cui 135 terapia intensiva, 103 persone in isolamento domiciliare e 46 decessi, per un totale di 840 casi totali. Di questi: 305 a Torino, 136 ad Alessandria, 70 ad Asti, 48 a Novara, 48 a Biella, 40 a Cuneo, 29 a Vercelli, 29 nel Vco, 23 provenienti da extraregione. Altri 112 casi sono ancora in fase di elaborazione e attribuzione territoriale. Eseguiti fino a oggi 3.105 tamponi.

Nel pomeriggio di oggi sono decedute altre tre persone risultate positive al test: 2 della provincia di Torino e 1 della provincia di Alessandria. Salgono così a 46 i morti con covid-19 in Piemonte.

In Italia: 14.995 casi di positività e 1.266 persone decedute. Il bollettino indica in un giorno 181 guariti in più di ieri e 250 decessi. Attualmente, 6.201 persone sono in isolamento domiciliare e  1.328 sono in terapia intensiva.

CHI SONO I DECEDUTI? I pazienti deceduti positivi al virus sono prevalentemente maschi di età media 80 anni (le donne sono solo 25%), e la maggioranza di queste persone era portatrice di più patologie croniche (solo due persone non ne avevano). Le categorie più frequenti persone con due-tre o più patologie (46%). L'età media dei deceduti è più alta rispetto ai positivi. Le fasce d'età più colpite sono quelle dai 70 anni in su, con picco tra gli 80 e gli 89 anni. La letalità (il numero di morti tra gli ammalati) più elevata è oltre gli 80 anni.

POSTI DI TERAPIA INTENSIVA - In regime ordinario, il Sistema sanitario piemontese dispone di 320 letti di terapia intensiva. Per l’emergenza, una parte di questi sono già stati destinati ai pazienti covid positivi. Inoltre, sono stati appositamente creati ulteriori 100 posti riservati alle persone affette dal virus (presso l'ospedale di Alba-Verduno) e ne sono prontamente attivabili altri 60 (compresi nei nosocomi di Mondovì e Ceva) , oltre a quelli ancora valutabili.

SPERIMENTAZIONE NUOVO TEST - L’Unità di crisi della Regione Piemonte ha disposto la sperimentazione del nuovo test rapido proposto dalla ditta DiaSorin di Saluggia per la diagnosi del covid19. Attualmente la metodica impiega circa sei ore per fornire l’esito del test, mentre con la nuova indagine diagnostica i tempi si ridurrebbero a circa un’ora. La sperimentazione verrà effettuata complessivamente con quattro postazioni di lavoro nei laboratori della microbiologia della Citta della Salute di Torino e dell’ospedale Amedeo di Savoia.

ACCORDO CON LE STRUTTURE PRIVATE - Su proposta dell’Assessorato alla Sanità, la Giunta della Regione Piemonte ha approvato, oggi, un provvedimento che consente a tutte le strutture private autorizzate di ospitare pazienti covid-19, in reparti e con percorsi separati, riconoscendo, oltre al valore della prestazione, anche un rimborso degli oneri sostenuti per la funzione covid-19. In questo modo, le strutture private potranno soccorrere le strutture pubbliche nel garantire l’assistenza per i posti letto covid-19. Questi posti letto aggiuntivi covid-19 saranno finanziati principalmente dalle donazioni, fra cui quella della Compagnia di San Paolo per 4,7 milioni e da quelle che stanno pervenendo sul conto corrente regionale IT 29 H 02008 01152 000100689275, nonché mediante quanto raccolto dalle Aziende sanitarie regionali.
Allo stesso modo, viene consentito alle strutture autorizzate e accreditate (quelle che hanno un budget e già lavorano per il Servizio sanitario nazionale) di rimodulare ed estendere la propria offerta anche su posti letto accreditati, ma non contrattualizzati. Questo consentirà di supportare le strutture pubbliche che si dedicheranno prioritariamente alla cura di pazienti covid positivi.
Nei giorni scorsi, l’Amministrazione regionale aveva già autorizzato l’utilizzo del personale delle strutture private convenzionate (che oggi potrebbero avere un calo di attività) da parte delle strutture pubbliche, rimborsando i costi. In questo modo le strutture sanitarie pubbliche potranno disporre di più lavoratori.

ACCESSO ALLA TERAPIA INTENSIVA - In merito alle polemiche, alle insinuazioni e ai “virgolettati” che qui si smentiscono integralmente, alimentate da alcune testate giornalistiche sui criteri di accesso dei pazienti ai trattamenti di terapia intensiva, l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte fa presente, a scanso di equivoci più o meno interessati, che non spetta al presidente della Regione Piemonte, né tantomeno all’assessore regionale alla Sanità o al responsabile dell’Unità di crisi decidere in merito ai casi specifici.
Qualora si giungesse alla impossibilità di garantire a tutti i pazienti con indicazione alla rianimazione, il migliore trattamento, sarà necessario applicare criteri di accesso alle cure intensive, nei quali si dovrà tenere in conto della appropriata allocazione delle limitate risorse a disposizione.
Per quanto riguarda gli indirizzi da seguire in tale situazione limite, ancora non attuale, il Comitato Tecnico-Scientifico dell’Unità di crisi della Regione Piemonte condivide integralmente quanto riportato nel documento SIAARTI (Società italiana degli anestesisti) “Raccomandazioni di etica clinica per l’ammissione a trattamenti intensivi e per la loro sospensione, in condizioni eccezionali di squilibrio tra necessità e risorse disponibili”.
L’esperienza osservata dimostra che la ventilazione invasiva non è necessariamente il primo target terapeutico in quanto un trattamento di supporto respiratorio non invasivo precoce (CPAP con casco in pazienti con saturazione < 95%) si dimostra efficace.
L’appropriatezza clinica e la proporzionalità etica del trattamento proposto (rapporto tra benefici della cura, qualità della vita e oneri sopportati dal paziente) dovrebbero essere proprie della normale pratica clinica, tuttavia assumono particolare rilievo in un periodo come questo, nel quale gli utenti sono bombardati da informazioni provenienti dai media, spesso contrastanti e non sempre scientificamente esatte.

NUOVA DONAZIONE DELLA COMUNITÀ CINESE - Continua la collaborazione tra la Regione Piemonte e la comunità cinese italiana, che con grande generosità sta dando un fattivo contributo per aiutare il sistema sanitario a far fronte all’emergenza coronavirus in Piemonte. Questa mattina, grazie all’iniziativa dell’Angi (Associazione Nuova Generazione Italo-Cinese), con il contributo dell’Ambasciata italiana in Cina e del Consolato cinese di Milano, sono arrivati all’Ufficio doganale di Orbassano quattro tir carichi di dispositivi di protezione individuale per il personale sanitario. Il materiale è stato portato al deposito della Centrale 118 di Grugliasco, dove erano presenti alla consegna l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, e il coordinatore dell’Unità di crisi, Mario Raviolo, che hanno espresso ai donatori la gratitudine della Regione Piemonte.
I dispositivi, oltre 4.600 scatole contenenti 100.000 mascherine ffp2, ffp3 e n95, oltre a guanti, occhiali e tute protettive - che sono già in corso di distribuzione alle aziende sanitarie - sono stati raccolti nella regione cinese di Zhejiang, grazie all’impegno delle comunità locali e di oltre 500 volontari.

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