Variante per la Madonnina: udienza al TAR per la strada che non c’è

Qualcuno l’aveva definita «la circonvallazione essenziale per Piazza». E qualcun altro «uno scempio completamente inutile». Storia passata. Perché da oggi la questione della variante per la Madonnina si va a chiudere: è decaduto l’interesse pubblico. È questa la decisione del Comune di Mondovì che porta a termine un ricorso al TAR che durava da sei anni e, simultaneamente, una vicenda ben più ampia. L’udienza si è tenuta a Torino proprio ieri, martedì 22 settembre.

LA STORIA
Facciamo un bel po’ di passi indietro. Era il 7 aprile 2014 quando il Consiglio comunale, nel secondo mandato di Stefano Viglione come sindaco, approvò la variante al Piano regolatore per la “strada della Madonnina”: una bretella che avrebbe dovuto partire da via Porta di Vasco, correre a fianco del palazzone di proprietà della Fincos, e finire in piazza D’Armi a fianco del nascente Polo scolastico (che venne ultimato nel settembre 2016). La strada era stata concepita come via di entrata e uscita principale per il mega progetto edilizio che la Fincos voleva realizzare a fianco del palazzone, riqualificando il condominio e costruendo una serie di nuove mini villette bi-familiari. Essenziale, dunque, per il recupero dell’ex collegio delle Domenicane. Il Consiglio comunale si divise nei giudizi: con la maggioranza di allora tutta schierata da una parte, che riteneva la variante “fondamentale per Piazza” (ci fu addirittura chi già pensò al nome da dare, proponendo di chiamarla “via Micheangelo Giusta”, in onore del fu sindaco), e le minoranze completamente al capo opposto che la bollarono come futuro scempio ambientale. Ovviamente la variante venne approvata. Ma, poche settimane dopo, arrivò un ricorso al TAR contro quel progetto. E tutto si fermò.

È CAMBIATO TUTTO
Sono passati sei anni da allora, ed è successo (letteralmente) di tutto. La crisi edilizia ha fatto sparire dagli orizzonti l’intero progetto del recupero dell’area Madonnina. Per giunta, nel 2015, la frana che si staccò sotto al palazzone e scese sui condomini di via Carboneri fece iniziare un lungo braccio di ferro fra la Fincos, proprietaria dell’immobile, e l’Amministrazione comunale. Non da ultimo, si registrò un importante cambio societario all’interno della proprietà: nel giugno 2019 entrò in Fincos il gruppo Bain Capital Credit, uno dei maggiori fondi Usa di investimento. In tutto questo tempo, la collina di Piazza è per giunta diventata “bene paesaggistico di pregio e da tutelare” per la Regione Piemonte. Ma soprattutto, è cambiata l’Amministrazione comunale.

FINE DELLA VICENDA?
Restava ancora pendente il ricorso al TAR. Il ricorso era stato presentato da un gruppo di cittadini proprietari dei terreni su cui sarebbe dovuta sorgere la strada, e che sarebbero dovuti essere oggetto di esproprio. Ma l’esproprio aveva un vincolo: che l’opera fosse ancora considerata di pubblica utilità, come era stata considerata nel 2014. E qua arriva la svolta: in vista dell’udienza riunitasi a Torino martedì 22 settembre, il Comune (rappresentato dall’avvocato Francesca Mastroviti del Foro di Torino) ha comunicato che «non ha provveduto e non provvederà» alla dichiarazione di pubblica utilità per l’opera. «Il vincolo dell’esproprio sarebbe scaduto naturalmente nel mese di novembre – afferma il sindaco Paolo Adriano –, e abbiamo ritenuto opportuno lasciarlo scadere». Venendo meno l’interesse pubblico, decade anche l’interesse alla base del contenzioso. E che ne sarà del progetto? Il sindaco: «Non lo so. Dipende dalla proprietà». Ma, dopo anni, potrebbe forse essere arrivata la parola “fine”.

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