Ex ospedale “recintato”, Comune e Liceo preoccupati: «Un problema per i parcheggi e per il transito degli studenti»

Il Comune lo ha scoperto pochi giorni fa. Il Liceo, addirittura il giorno stesso. L'ex ospedale di Mondovì Piazza, il padiglione "Gallo", è stato recintato "per motivi di sicurezza" - NE SCRIVEVAMO IERI QUI -: c'è il rischio caduta di tegole e vecchie persiane. Ma la rete porta via ben 19 posti auto davanti alle scuole, proprio nel momento in cui le Superiori hanno riaperto alle lezioni in presenza (per ora al 50%).

Stando a quanto risulta al Comune, il problema è venuto a galla dopo una serie di verifiche che sono state effettuate nelle settimane precedenti. C'è un pool di tecnici (uno per l'Asl, uno per il Comune e uno per la Provincia) che ha lavorato per valutare lo stato di salute del "Gallo": da qui sarebbe emersa la criticità. Così l'Azienda sanitaria ha deciso di chiudere immediatamente, per evitare di mettere a rischio i pedoni.

Il Comune e il Liceo però sono preoccupati. Chiedono all'Asl CN1 - proprietaria dell'immobile, che ha aperto il cantiere - di fare chiarezza: anche perché alla Polizia locale sarebbe stato comunicato dall'Asl che l'occupazione del suolo andrà avanti sono al 31 dicembre 2021.

«Ci sembra una cosa non opportuna: concordiamo col fatto che la sicurezza vada messa al primo posto, ma davvero le tempistiche saranno queste? - chiede l'assessore all'istruzione Luca Robaldo -. La comunicazione dell'Asl CN1 è arrivata al Comune il 16 aprile, senza indicazioni. Non era possibile intervenire prima? O in un altro modo, lasciando più posteggi e un passaggio pedonale?». Anche perché ora, con via delle Scuole ancora chiusa per il cantiere all'ex teatro (la gru dovrebbe essere smontata a inizio maggio), sono tantissimi gli studenti che per recarsi a lezione alle Superiori passano da via dell'ospedale.

Il dirigente scolastico dei Licei di Piazza, prof. Bruno Gabetti: «Ora siamo in didattica in classe al 50%. ma dalla prossima settimana, se passiamo in zona gialla, si tornerà in presenza almeno al 70%. Significa il passaggio di centinaia di studenti... che ora sono senza marciapiede». Si traccerà un "camminamento pedonale" direttamente sull'asfalto. «Ma significa comunque che le auto scorreranno praticamente a fianco dei ragazzi».

NESSUN RECUPERO, NESSUN RIUTILIZZO
Che ne sarà dell'ex ospedale?
L’edificio – il “padiglione Gallo” – è vuoto da oltre dieci anni. Così come lo è il “Michelotti”, l’ala più nuova dell’ex ospedale di Piazza che si trova esattamente di fronte. Uno è il “fratello maggiore”, l’altro il “minore”: ed entrambi sono orfani di una qualsiasi forma di utilizzo. Abbandonati, ormai chissà in quale stato dopo anni di incuria. Da oltre dieci anni si dibatte su un loro recupero o riutilizzo, a fine scolastico o per altri scopi, ma non si è mai mosso nulla.
In un primo tempo si pensava che il “Gallo” sarebbe diventata la nuova sede del Liceo. Il progetto risale addirittura al 2008, poi nel 2010 venne ribadito quando si stipulò il comodato e infine nel 2013 il Comune prendeva in carico l’immobile via permuta. Nel 2014 si approvava l’intesa di programma... e poi basta. Qualcosa si inceppò, a metà strada tra le intese politiche e le difficoltà economiche. Accadde così che nel 2017 venne a galla che i costi di recupero sarebbero stati altissimi a causa delle norme antisismiche (7 milioni in più del previsto), e tutto venne accantonato. Si tornò a parlarne fra il 2018 e il 2019, quando la frana staccatasi a fianco dell’Alberghiero riportò l’accento sulle esigenze di spazi per le Superiori: ci furono dei sopralluoghi, ma l’ostacolo resta lo stesso ovvero i costi. Il paradosso è che quell’enorme palazzone è abbandonato da un decennio, è oggetto di vandalismo e visite indesiderate e per giunta insiste su un versante della collina a rischio. Ma nulla si muove (e non intendiamo in senso geologico).
Per il “Michelotti” la faccenda è meno complessa ma forse ancor più paradossale: l’edificio è tutt’ora nelle mani dell’Asl, che da anni cerca di cederlo a qualcuno. Nelle forme più varie: prima si pensava alla vendita, poi all’affitto, qualcuno ha ipotizzato un comodato. Si era pensato a un riutilizzo come palazzina uffici Asl, poi come centro sanitario, poi come Rsa o addirittura trasformare in residenziale. Si vocifera che di recente sia tornata a galla l’ipotesi di farne un centro gestito da una cooperativa che lavora nel settore sociosanitario, ma che l’ipotesi sia tramontata perché non si è trovata la quadra contrattuale.
E così i due contenitori vuoti, fratelli abbandonati, sono sempre lì. Un costo, un rischio, uno spreco.

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