Mondovì: nasce il nuovo gruppo politico in maggioranza. Le reazioni

Dicono che ««non è in discussione l’adesione alla maggioranza», ma subito dopo parlano di «una logica autonomia decisionale».

Non parlano di “frattura”. Dicono che ««non è in discussione l’adesione alla maggioranza», ma subito dopo parlano di «autonomia decisionale». Insomma, la maggioranza di Viglione “tiene”… ma non è più la stessa maggioranza. Cinque consiglieri comunali di maggioranza sono pronti a mettere su un nuovo gruppo.

Il gruppo si chiama "Mondovì oltre", civico e senza simboli di partito. Ne fanno parte tre dell’ex “Popolo della Granda”, Giuseppe Aimo (sarà il capogruppo), Rocco Pulitanò e Gianni Mansuino, e Ciro Gola dell’UDC. Martedì è arrivata anche l'adesione di Ignazio Aimo. Tutto in seno alla maggioranza di centro-destra ma, appunto, senza simboli di partito e volutamente diverso dal "Popolo della Granda" che nel nome rimandava all'ex PDL. Cinque consiglieri: abbastanza da influenzare gli equilibri, se volessero farlo.

Il nome del gruppo fa ben capire l'intento: guardare al 2017, anno delle elezioni, dopo Viglione. Perché nasce ora? Che sta succedendo?

La dichiarazione del neo gruppo è tutt'altro che banale. Un contenitore di sottigliezze da manuale: «È l’inizio di un percorso volto a contrassegnare in chiave civica l’azione amministrativa», scrivono, «a prescindere dalle tessere di partito». Dicono che «non è in discussione la nostra adesione alla maggioranza» ma poi aggiungono «riservandoci una logica autonomia decisionale». Se è vero che la "dialettica" (altra parola del comunicato) era sicuramente accesa nelle riunioni di maggioranza, di divergenze in Consiglio non se n'è mai vista l'ombra: quindi il passaggio sulle "autonomie decisionali" è molto, molto significativo. Altro passaggio: «Siamo aperti alla condivisione di questo percorso anche con altri amici che ne apprezzino lo spirito», «saremo aperti a mette in discussione le nostre idee e affrontare in chiave costruttiva le proposte degli altri gruppi».

Il sindaco getta acqua sul fuoco: «Abbiamo appreso della volontà di quattro consiglieri di costituire un nuovo gruppo: non cambia nulla nella sostanza considerato che gli stessi si riconoscono pienamente nella maggioranza che sostiene l’Amministrazione. L’impegno delle singole persone resta infatti coerente al mandato a prescindere dall’appartenenza alle diverse compagini. L’operato della maggioranza tutta rimane immutato a lavorare con determinazione e compattezza a favore della nostra comunità».

Ignazio Aimo ha confermato la sua adesione: ««Questa nuova formazione, con forte caratterizzazione civica, risponde ad un iniziale disegno politico che avevo in mente fin dai primi mesi del 2015 e, pertanto, ritengo di aderirvi per contribuire - come ho fatto in questi anni - a consolidare un impegno civico a servizio della città».

Ezio Tino prende le distanze: «Una manifestazione comprensibile, ma non condivisibile. Non la approvo né condivido, non credo proprio che vi aderirò».

L’assessore Emanuele Rossi, candidato delle fila del “Popolo della Granda”: «Ho appreso solo a posteriori e nella giornata di sabato l’iniziativa del nuovo gruppo consigliare. Ho avuto occasione di confrontarmi  con i rappresentanti: non potrò dunque che costituire il riferimento per il nuovo Gruppo consigliare».

Già prima delle dichiarazioni ufficiali si sente dire che non è un caso che questo sia accaduto proprio a ridosso dell'elezione in Fondazione CRC: argomento che mai come prima ha acuito la tensione a Mondovì, con il sindaco che si è apertamente schierato in sostegno del candidato Giandomenico Genta, mentre il ministro Enrico Costa aveva sempre lasciato intendere di essere favorevole a una linea condivisa coi Comuni di Cuneo e Alba, che invece appoggiano Antonio Degiacomi. E le dichiarazioni di Costa fatte non molto tempo fa a L'Unione sul futuro politico della città erano molto chiare: un "auspicio" per "una coalizione che consenta di far lavorare fianco a fianco persone in gamba, che l’appartenenza politica fino a oggi ha diviso", senza simboli di partito, nel quale "ogni forza politica potrà scegliere se entrare, mettendo da parte le bandiere, nel nome di una alleanza civica".

Forse ora siamo alla nascita di questa nuova coalizione? Parrebbe proprio di sì.

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