I cormorani del Tanaro che stanno decimando i pesci

I cormorani del Tanaro che uccidono i pesci: l'allarme di un pescatore su un problema che sta diventando serio per l'ittiofauna

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I cormorani del Tanaro che uccidono i pesci: l'allarme di un pescatore su un problema che sta diventando serio per l'ittiofauna

«I pesci morti e che si trovano fuori dall’acqua sono ormai più di quelli vivi. La causa: i cormorani, ormai infestanti come popolazione. Inoltre la poca acqua crea una situazione favorevole perché i pesci sono cacciati con facilità da questi volatili. Le taglie medie dei pesci sono sparite, ci sono solo più i piccoli dell’anno precedente che spariscono in estate successiva, mangiati; i pesci di taglie grosse molto spesso li peschiamo con buchi nel corpo causati dai cormorani che non riescono a ucciderli perché di dimensioni importanti. Occorre contenere il problema».

Sono le parole di Matteo Granito, appassionato pescatore, molto amante di questa pratica che denuncia la sua preoccupazione per la situazione dei pesci nel fiume Tanaro. «Bisognerebbe trovare una soluzione per distogliere i cormorani dai pesci del fiume – prosegue Matteo –. Per garantire anche una ripopolazione. Io pratico la pesca “no-kill” in modo da poter lasciare ai futuri frequentatori dei fiumi la popolazione ittica che incontro io ogni giorno e vedere le meraviglie delle nostre acque. Inoltre c’è un po’ di preoccupazione anche per il fiume stesso a causa della schiuma che ogni tanto riscontriamo forse dovuta alla mancanza di acqua, per non parlare dell’inciviltà di chi utilizza le nostre acque, a cui siamo affezionati, come discarica».

«I cormorani, come altri animali, si sono impiantati nei nostri territori, in questo caso il fiume Tanaro, da molti anni – spiega Pietro Contegiacomo, referente comunicazione dell’Associazione “Amici del Fiume” –. Una ragione, che abbiamo visto citata, sarebbe stata la guerra atroce dei Balcani che ha indotto questi uccelli a migrare in zone più “tranquille”. In ogni caso sono arrivati e hanno trovato un habitat interessante e favorevole. Come sempre, le visioni del “caso” possono avere molte letture. Cominciamo dalla prima, che, come Associazione che tutela la qualità delle acque, osserva il bicchiere mezzo pieno. Negli anni bui in cui il Tanaro era morto e colmo di ammoniaca, più che di acqua, nessun cormorano avrebbe scelto le rive del nostro fiume. Quindi il fiume ha recuperato il suo stato di salute e questo è un dato positivo. D’altra parte, l’arrivo di una specie che non era presente in un ambiente fluviale come il nostro, naturalmente crea squilibri notevoli e una specie così famelica come il cormorano capace di ingurgitare tra i 400 e i 700 grammi di pesce al giorno, circa il 15-17% del suo peso, diventa inevitabilmente un problema. Forse, ribadiamo, la caratteristica tipologia di pesca di questo animale fa sì che l’uccello trovi molto interessante la conformazione delle acque del Tanaro».

«Ora veniamo al bicchiere mezzo vuoto – continua Contegiacomo –. La voracità di questa specie può arrivare ad intaccare gli equilibri della popolazione ittica del fiume, cosa che notano i pescatori, frequentatori più attenti. Anni fa venne anche avanzata un’ipotesi, molto accurata e seguita dall’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ipotizzando anche un intervento per la limitazione di questa specie. Questo però andava a scontrarsi con coloro che sono per la difesa degli animali e per la loro naturale convivenza. Certo è che le problematiche della popolazione ittica del fiume sono molteplici, prima fra tutte quella dell’inquinamento, che già ne debilita le difese. I rifiuti scaraventati lungo le rive, spesso estremamente inquinanti, le immissioni fatte dagli umani ed oggi anche gli elementi naturali esterni non aiutano. Come spesso ribadito dalla nostra Associazione, questa magnifica risorsa che abbiamo la fortuna di vedere scorrere quotidianamente, dalla notte dei tempi, meriterebbe molta più attenzione, in tutte le direzioni, per essere certi di tramandarne ancora la storia».

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