Era prevedibile che il caso, sollevato nel Consiglio comunale del 21 aprile, avesse un seguito. Dopo le parole del sindaco di Mondovì, Paolo Adriano, che hanno fatto esplodere un vero caso attorno alla figura del consigliere di Forza Italia Giampiero Caramello, arriva lo schieramento a difesa di tutti i consiglieri della minoranza di centrodestra Luciano D'Agostino, Laura Barello e Guido Tealdi. «Vogliamo esprimere la nostra solidarietà al collega consigliere comunale Caramello - scrivono -, che è stato vittima, in occasione dell'ultimo consiglio comunale, di un violento e del tutto gratuito attacco personale da parte del sindaco Paolo Adriano».
Il sindaco però non arretra di un millimetro: «A quanto pare - afferma - per la minoranza il problema non è che Caramello fosse incompatibile, ma il fatto che il io lo abbia detto in Consiglio».
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UNA QUESTIONE DI METODO - I tre consiglieri specificano che il loro intervento riguarda il metodo e non il merito: «Non entriamo nel merito della questione - scrivono - , ma sul metodo: ci sono tempi, modi e luoghi ben più opportuni per sollevare certe considerazioni che riguardano una singola persona e che nulla, nell’occasione, avevano a che vedere con gli argomenti in discussione in consiglio comunale».
CARAMELLO INCOMPATIBILE? Il j'accuse del sindaco è arrivato nel Consiglio comunale del 21 aprile, "a freddo", durante una discussione sul Piano regolatore (sulla cosiddetta "variante stralci" - LEGGI QUI): un ordine del giorno rispetto al quale Caramello (Forza Italia) doveva assentarsi dalla discussione, perché in conflitto di interessi per motivi di lavoro. Caramello è uscito dall'aula, ma ha affidato un intervento scritto al collega di minoranza Guido Tealdi. Atto stigmatizzato dall'intera maggioranza. E qua è arrivato lo strale del sindaco: «Non mi stupisco: del resto, Caramello ha occupato per svariati mesi due ruoli incompatibili, essendo consigliere comunale e presidente del "Casati"». Una stilettata che il sindaco scocca in contumacia (Caramello non ha potuto replicare) e a distanza di due anni dai fatti.
«UN COLPO BASSO» - Durissime le parole dei consiglieri di minoranza: «È stato un vero colpo basso che un primo cittadino, nel proprio ruolo istituzionale e super partes, non dovrebbe permettersi mai. Una grave caduta di stile: il sindaco dovrebbe essere il sindaco di tutti anche di chi non l'ha votato o di chi esercita il ruolo di opposizione in Consiglio Comunale. Eppure gli attacchi personali, violenti ed ingiustificati a cui l'avv. Adriano ci ha abituati, dimostrano che per lui non è così. Per usare una metafora calcistica, si tratta di "falli di reazione" da parte di chi non è capace di controllare il proprio temperamento, e tanto più gravi perché fatti da un primo cittadino in risposta a chi si permette di criticare le scelte dell'amministrazione. Critiche che in democrazia, per fortuna, è normale e lecito fare. Ci auguriamo che tali aggressioni, perché solo così si possono definire, abbiano presto fine. Speriamo che il sindaco colga questo nostro invito ad accettare il regolare ruolo dell'opposizione, a non abusare della sua posizione di potere e ad essere il sindaco di tutti i cittadini di Mondovì, anche di quelli che non la pensano come lui».
ADRIANO: «IL PROBLEMA È CHE IO HO DETTO LA VERITÀ» - «A quanto pare, per la minoranza il problema non è che Caramello fosse incompatibile, ma il fatto che il sindaco lo abbia detto in Consiglio»: questa, in sintesi, la replica di Paolo Adriano. Il sindaco risponde alla minoranza: «L'attacco non è stato né violento, né gratuito. I consiglieri di minoranza riferiscono di "non voler entrare nel merito della questione". Il problema è proprio questo: per loro non conta ciò che ha fatto Caramello, ma ciò che il sindaco ha detto. Dunque, in sintesi: Caramello può fare ciò che vuole, in spregio delle norme, ma il sindaco non può dire nulla. Altro che "posizione di potere"!».
Il livello dello scontro, se possibile, è ancora più alto: «Mi spiace che i consiglieri di minoranza affermino che io li avrei abituati ad attacchi personali e violenti poiché, al di là della normale, talvolta vivace dialettica politica, non mi pare di aver mai aggredito né Guido Tealdi, né Luciano D'Agostino, né Laura Barello. Caramello non ha "criticato le scelte dell'amministrazione": ha dichiarato di essersi dimesso dal ruolo di presidente dell'Istituto Casati per poter entrare in consiglio comunale, salvo poi aver continuato a ricoprire quel ruolo, incompatibile con quello di consigliere comunale, per altri sei mesi. Questo ho detto in Consiglio comunale, non è un'aggressione personale e non è una frase violenta: è solo la verità». Questo il punto. Almeno fino a oggi.
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