Prosegue, dopo il primo appuntamento mercoledì 6 maggio al Santuario di Garessio Valsorda, l’itinerario settimanale nelle Zone pastorali, in cui il vescovo mons. Egidio Miragoli condivide la preghiera del Rosario con i sacerdoti e quindi presiede l’Eucaristia in ricordo e suffragio dei defunti della Zona pastorale nelle settimane del lock-down, quando non è stato possibile celebrare il completo rito di sepoltura, per il rischio contagio. Mercoledì 13 maggio, alle 20, ci si ritroverà nel Santuario del Deserto a Millesimo, ancora a porte chiuse, con diretta sul canale YouTube del Santuario. Il video sarà poi condiviso anche su facebook, sempre sulla pagina ufficiale del Santuario (tramite il sito del Santuario www.desertodimillesimo.it).
TERZO APPUNTAMENTO AL SANTUARIO DELLA MELLEA A FARIGLIANO – Mercoledì 20 maggio, ore 20, al Santuario di Mellea di Farigliano (dirette streaming su canale You Tube “Parrocchia SS Quirico e Paolo Dogliani”); infine mercoledì 27 maggio al Santuario di Madonna del Pasco a Villanova.
ROSARIO E MESSA OGNI SERA COL VESCOVO IN SANTUARIO A VICO, CON DIRETTA STREAMING – Intanto prosegue, ogni sera, alle 17,30 la preghiera del Rosario guidata dal vescovo in Santuario a Vicoforte, cui segue la celebrazione eucaristica alle 18. Il tutto si può seguire e condividere in diretta streaming, sul sito del Santuario stesso.
Il Santuario del Deserto
Il Santuario Nostra Signora del Deserto posto in una conca sulla dorsale che collega Millesimo a Murialdo e Calizzano da secoli rappresenta un importante luogo di culto e di pellegrinaggio. A metà del ‘500, nella valle denominata del Deserto, c’erano, come oggi, numerosi boschi di castagno in cui si trovavano essiccatoi dove i contadini preparavano le castagne su grate di legno e, sulla parete di uno di questi essiccatoi, era stata dipinta in stile tardo gotico da un anonimo l’immagine della Madonna con il Bambino seduta su un trono e i Santi Pietro e Paolo. Da recenti studi della dedica che si trova sull’affresco, si è scoperto che fu un sacerdote di Millesimo, un certo don Pietro Paolo David, appartenente ad una nobile famiglia proprietaria a quel tempo del terreno su cui sorgeva l’essiccatoio, a commissionare il dipinto in segno di gratitudine. Si narra poi che attorno al 1725 una donna si stava recando a piedi dal Marchesato di Finale fino a Ceva con il proprio figlio non vedente dalla nascita per farlo curare da un medico locale. Percorre un sentiero nel bosco giungendo infine alla Madonna del Garbazzo o Madonna delle Tre Fonti, per riposare nell’essiccatoio e per pregare l’immagine sacra prima di proseguire il viaggio. Secondo la tradizione, il mattino seguente il figlio, vedendo per la prima volta la madre, sussurra: “Mamma, come sei bella!”. L’eco del miracolo si diffuse, da ogni luogo giunsero pellegrini per pregare la Madonna e invocare suoi miracoli: due anni dopo, il 22 maggio 1727, la chiesetta costruita dai fedeli viene benedetta alla presenza di 5.000 persone. Alla fine del ‘700, in epoca napoleonica, la chiesa subisce saccheggi ed incendi, ma viene ricostruita ogni volta. Nel 1818 l’effigie della sola Vergine viene staccata dal muro dell’essiccatoio e posta nella nicchia marmorea sopra l’altare maggiore. Nel corso del secolo il numero dei fedeli cresce così costantemente che, per mancanza di spazio, si decide di costruire un edificio religioso più ampio, un Santuario a croce greca diviso in tre navate (1867-1880).