Sono piccole, poco funzionali, e soprattutto fanno temere per la salute dei bambini: le mascherine fornite al plesso della Primaria e Secondaria di Primo Grado di Villanova non convincono molti genitori. Una decina di famiglie hanno deciso di rivolgersi direttamente alla dirigenza dell’istituto per farsi sentire e chiedere spiegazioni. Il materiale con cui sono confezionate infatti emana un forte odore chimico, non meglio identificato, ma molto fastidioso. Le mascherine sono quelle fornite giornalmente dal ministero dell’Istruzione: ogni giorno ai ragazzi ne viene consegnata una, che possono riporre in un’apposita scatola per non sporcarla o contaminarla. Nella fattispecie, quelle fornite a Villanova sono state prodotte da Fca Italy Spa, nello stabilimento avellinese di Pratola Serra. A detta dei genitori hanno creato problemi fin dalle prime forniture.
«Nonostante la dicitura IIR che dovrebbe renderle idonee all'utilizzo in ambiente chirurgico – scrivono - non hanno l'anima regolabile sul naso e questo non ne garantisce una corretta adesione al viso. Sono destinate a bambini sempre per quanto riportato sulla confezione dai 6 ai 10 anni, risultano però piccole sia per molti bambini di prima elementare che a maggior ragione per quelli più grandi. Gli elastici cuciti in orizzontale al dispositivo e da posizionarsi dietro alla testa, e non dietro le orecchie, scivolano verso il basso non restando mai in posizione e con essi scende anche la mascherina dal naso Noi genitori ci siamo adoperati con inventiva a modificare la posizione e la grandezza degli elastici, quando non proprio sostituendoli, per cercare di poter utilizzare questo mal costruito dispositivo medico, senza per altro grande successo». Il problema più inquietante però è legato all’odore dei materiali: «L'odore molto forte in questione ci ha allarmati tanto da indurci a sottoporre le mascherine all'attenzione di medici di famiglia e pediatri, che ne hanno sconsigliato l'utilizzo, in primis constatando anche essi l'odore chimico di cui sono permeate ma anche per la scarsa protezione che offre una mascherina con elastici di quel tipo in quella posizione e senza possibilità di regolazione sul naso». I genitori lamentano l’assenza di un confronto con l’istituto, almeno per il momento: «L'unico intervento avvenuto sinora da parte della scuola è quello comunicato con messaggio sul diario dei bambini dove ci viene data la possibilità di rinunciare alla fornitura. Tanto ci ha lasciati perplessi, noi genitori non vogliamo rinunciare alla fornitura, bensì, come nei nostri diritti, vorremmo che ci venissero fornite mascherine idonee. Pertanto ci auguriamo che, come successo in altri istituti scolastici della regione e largamente riportato dai giornali, anche il nostro prenda posizione mettendo al primo posto la salute dei nostri figli in un periodo così incerto e difficile». La dirigente scolastica dell’istituto, Ada Zamboni, interpellata in merito, ha risposto: «Ho ricevuto solo una segnalazione da parte di una maestra, che mi ha riferito le preoccupazioni di alcuni genitori, ma nessuno si è rivolto direttamente a me o ha chiesto un appuntamento, cosa che mi ha anche infastidito, perché mi sembra di aver sempre tenuto la porta aperta a tutti. Se qualcuno desidera parlarmi non mi sono mai sottratta e ho sempre ricevuto tutti personalmente. Sul caso specifico posso dire che noi riceviamo queste mascherine, non le compriamo noi direttamente, arrivano dalla struttura commissariale. Anzi le stiamo esaurendo, ho recentemente sollecitato una nuova fornitura. Finora nessuno di quelli che le preparano ogni giorno mi aveva riferito che questo materiale avesse questi problemi, o un odore particolarmente forte. Quando le ho controllate la prima volta io stessa non avevo sentito nulla. Comunque posso dire che riferirò queste lamentele alla struttura commissariale, ma penso che sarebbe corretto che questi genitori, che lamentano il disservizio, scrivessero in prima persona alla struttura per far sentire la loro voce».
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