«Riteniamo poco opportuno procedere con un programma di screening di massa». Lo mette nero su bianco il dottor Pietro Presti, coordinatore strategico Covid della Regione Piemonte, riportando il parere del gruppo di lavoro degli epidemiologi piemontesi (Costa, Vineis, Richiardi, Pasqualini, Di Pietrantonj). La valutazione arriva dopo la proposta, sottoscritta da tutte le forze di minoranza in Consiglio regionale, di applicare anche in Piemonte il modello applicato a Bolzano, in Slovacchia e in certe aree della Cina: test di massa con tamponi antigenici.
«Il tampone con test rapido antigenico – si legge – presenta limiti soprattutto di sensibilità che ne raccomandano l’impiego solo in situazioni di più significativa frequenza di infezione. I benefici maggiori di uno screening di massa potrebbero essere considerati meritevoli solo in una situazione di alta circolazione del virus e non come adesso, con una diminuzione costante della circolazione dell’infezione. Si ritiene più opportuno e strategico concentrare le risorse nel sistema di tracciamento dei contatti che include un uso appropriato dei test rapidi ed è ragionevole considerare l’opportunità di impiegare lo screening in determinati contesti che per loro caratteristiche richiedono strategie di testing mirate (ad es. Rsa, personale sanitario, scuola, forza dell’ordine, determinati target di popolazione, ad esempio)».