È una misura straordinaria che la Regione Piemonte stanzia per le Case di riposo e le residenze assistite, psichiatriche, centri diurni per disabili. Una boccata d'ossigeno "pronta cassa" da 41 milioni di euro: l'iniezione di liquidità sarà immediata, per consentire subito di avere i soldi necessari a pagare gli stipendi, altrimenti a rischio fin da gennaio in molte strutture piemontesi. Di questi, 30 milioni provengono dai fondi "risparmiati" dagli stanziamenti delle quote per le rette convenzionate. Ma ci sono anche quasi 2 milioni di euro che erano destinati a incentivi per i dirigenti regionali e che i funzionari hanno deciso di "tagliarsi" e devolvere all'emergenza.
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«Uno sforzo imponente - ha detto il presidente della Regione Alberto Cirio - che siamo riusciti a mettere in campo senza fare un solo euro di debito. Il grido di allarme ci è giunto dalle strutture di tutta la regione. Nessuno, fino a un anno fa, avrebbe potuto immaginare che una rsa o un centro disabili avrebbe dovuto affrontare spese enormi, costi extra, per acquistare paratie in plexiglass, camici, milioni di mascherine o sanificazione locali. Senza contare che tutte le rsa hanno dovuto fare i conti con una drastica riduzione degli ingressi: non si potevano accogliere nuovi ospiti (e i posti si svuotavano per i decessi, ndr). Il combinato di questi due fattori ha messo in crisi tutto il comparto dell'assistenza, da quelle pubbliche ex-Ipab a quelle private, in gran parte con una forte componente religiosa».
I 41 milioni sono stati stanziati oggi stesso con un DDL regionale. Di questi, 30 milioni di euro provengono dal bilancio del Fondo Sanità Regionale e sono sostanzialmente quelli non impiegati per la quota delle rette "convenzionate", che viene pagata alle strutture dalle Asl attingendo ai fondi regionali. Un fondo che quest'anno non è stato impiegato, perché i posti erano vuoti, e che quindi viene "girato" con questa soluzione. Altri 10 milioni sono stati ricavati facendo economie su vari settori. Cirio pone l'accento su una di queste: 1,8 milioni ricavati da incentivi contrattuali previsti per i dirigenti che, in accordo coi sindacati, sono stati devoluti all'emergenza.
L'assessore Chiara Caucino (Welfare) spiega: «Parliamo di 70 mila posti letto in tutta la Regione. Questo ristoro potrà essere usato per coprire alcune spese: sanificazione degli ambienti, acquisto dispositivi protezione, maggiori spese per il personale, smaltimento di rifiuti speciali, investimenti specifici per la sicurezza Covid o per il benessere degli ospiti». «Un fondo - ha ricordato l'assessore Luigi Genesio Icardi (Sanità)- che alla Regione costa circa 260 milioni all'anno. Non si poteva fare di più, in questa fase, coi vincoli che abbiamo sulle spese sanitarie. Né avremmo potuto alzare la cifra convenzionata: avrebbe voluto dire aumentare le rette».
Previsto un ulteriore toccasana per le ex Ipab che sono rimaste azienda pubblica (come, per esempio, il "Sacra Famiglia" di Mondovì): esenzione totale dalla tassa Irap. «Un intervento importantissimo, nel suo complesso - ha commentato Alessandro Canelli, sindaco di Novara, che ha affiancato la Regione in questo percorso -. Non dimentichiamoci che le ex Ipab che si sono trasformate in "azienda pubblica" operano in un ordinamento contabile e finanziario particolare che, di fatto, le ingessa ancora di più. Oltre al calo strutturale di entrate, hanno più vincoli e maggiori costi. Questo intervento è davvero opportuno. Sarà però necessario lavorare seriamente, nei prossimi mesi, per trovare un nuovo modo di fare fronte alle emergenze: una casa di riposo pubblica può reggere solo se mantiene il 90-95% dei posti occupati, se scende sotto va in crisi».
Infine, una manovra per l'accesso al credito: l'attivazione di un Fondo di garanzia di Finpiemonte per garanzie sui finanziamenti erogati dagli Istituti di credito convenzionati.
Paolo Adriano, sindaco di Mondovì: «Si tratta di un segnale importante che va apprezzato e segue la lettera inviata da Mondovì e dalle altre 6 sorelle della nostra provincia sul tema Case di Riposo della Granda. Resterà da capire come, al lato pratico, questi fondi saranno messi a disposizione e le eventuali opportunità connesse al credito. L'emergenza in molte strutture della nostra provincia resta rilevante, ma siamo fiduciosi che, a partire da questo importante stanziamento, la Regione saprà coglierla e rispondere adeguatamente».
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