È la guerra dei tamponi. Che si leggono in maniera diversa a seconda dei report. Un esempio: ad inizio settimana il Dipartimento della Protezione civile indica, nella riga riservata al Piemonte, 1.617.379 sotto la colonna del “totale tamponi effettuati”. La stessa Regione, nel suo bollettino quotidiano, ne scrive però 1.877.498, cioè oltre 200mila in più. Perché? La risposta è semplice, ma complessa: la Protezione civile tiene in conto solo i tamponi molecolari, mentre il Piemonte conteggia assieme anche i test rapidi antigenici. Una discrepanza che le opposizioni in Consiglio regionale non hanno mancato di far rimarcare. Va da sé che, in base ai riferimenti che si prendono, tutto il resto – dalla percentuale di positivi sul numero di tamponi effettuati al numero di persone testate – cambia e puo' restituire indicatori più “leggeri”, per così dire.
L'attacco
«Siamo davanti ad un uso spregiudicato e mistificatorio della comunicazione istituzionale che danneggia il Piemonte e la lotta al Covid», scrivono in una nota congiunta Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi, e Daniele Valle, consigliere regionale Partito Democratico. «Rispondendo ai nostri question time, gli assessori Icardi e Marnati hanno confermato che dal 3 dicembre il Ministero aveva dato indicazione specifica di conteggiare in tabella i soli tamponi molecolari e che gli oltre 200.000 tamponi defalcati al Piemonte si devono al caricamento di tamponi rapidi. Oggi è stato annunciato che nelle prossime settimane questa direttiva cambierà, ma se lo farà interesserà tutte le Regioni e questo è un presupposto fondamentale per monitorare l’andamento dei contagi in tutta Italia: se ogni Regione carica dati diversi come facciamo ad avere un quadro della situazione chiaro? E probabilmente aver mescolato i due dati per circa otto settimane, e proprio nella fase più calda della seconda ondata, ha dato una percezione sbagliata dell’epidemia in Piemonte». Attacco a tutto campo anche per quanto riguarda la capacità di processo dei tamponi molecolari: «Solo circa 5 mila tamponi, contro i 29 mila in Lombardia, i 21 mila in Veneto e i 15 mila in Emilia Romagna».
L’Iss certifica i test rapidi
Luigi Icardi, assessore alla Sanità, rispedisce al mittente le critiche: «L’anomalia è nel bollettino nazionale che non include gli antigenici. Necessario quindi allinearlo alle disposizioni europee». La Regione specifica poi ufficialmente come «il report settimanale di monitoraggio è sempre stato elaborato dall’Istituto Superiore di Sanità, tenendo conto sia dei tamponi molecolari che dei test rapidi antigenici comunicati dal Piemonte e dalle altre Regioni, in linea con quanto previsto dal Decreto. A certificarlo è l’Iss stesso, con una nota trasmessa alla Regione Piemonte: il Decreto del 30 aprile, che richiama il Dpcm del 26 aprile». «Il Piemonte in questi mesi ha fatto uno sforzo enorme per potenziare la propria capacità di fare tamponi – aggiunge l’assessore alla Ricerca Covid Matteo Marnati –. L’Iss ha certificato la nostra totale correttezza nella trasmissione dei dati. A chi emette giudizi che creano allarme sociale evidenzio che, prima, sarebbe utile e saggio informarsi».