I contagiati, in alcune zone, ricominciano a salire. E in Italia, così come in Piemonte, l’indice di positività torna a crescere dopo settimane di calo. Sono piccoli campanelli d’allarme: il virus non è affatto “passato”. I medici temono l’arrivo della terza ondata quando i posti in ospedale sono ancora pieni. Se i timori si avverassero, l’impatto sarebbe enorme: mentre la seconda ondata è arrivata in autunno, dopo che i numeri della pandemia erano ormai bassi dal mese di giugno, un’ipotetica impennata di contagi fra fine gennaio e inizio febbraio avrebbe una portata molto più grave. Purtroppo, però, i segnali non sono affatto buoni. E il timore è che con la ripartenza delle scuole, con migliaia e migliaia di studenti in movimento sui bus e sulle strade, la situazione sfugga al controllo ben prima che l’argine di immunità costruito col vaccino sia solido.
Dal 27 dicembre al 3 gennaio i contagi a Mondovì sono, per la prima volta da settimane, saliti. Passano da 61 a 76: numeri ancora piccoli, ma fanno riflettere.
In Piemonte, da due giorni stanno tornando a salire i ricoveri: il 1 gennaio erano 2.959, ieri (4 gennaio) erano 3.002. Anche la media dei nuovi positivi sta leggermente aumentando: era in calo fino al 28 dicembre, quando toccò il punto di 699 contagi/giorno, e il 4 gennaio è a quota 886. Ma quello che più emerge, e preoccupa, è un dato meno intuitivo degli altri: l’indice di positività medio. L’indice di positività è il rapporto tra i tamponi giornalieri e il numero di nuovi casi accertati: un dato che giorno per giorno è piuttosto “ballerino” (perché risente delle fluttuazioni dei tamponi) ma che, visto in media, consente di capire piuttosto bene come si sta diffondendo l’epidemia. Purtroppo anche questo dato, dal 28 dicembre è in crescita passando dal 7% all’attuale 8,7%.
Nel corso dell’ultima settimana, in provincia di Cuneo si sono registrarti 915 nuovi casi, 38 decessi Covid e 2.772 guarigioni. In Piemonte, nel mese di dicembre, il Covid ha visto in tutto 1.683 vittime. In tutto il 2020 la pandemia è costata alla nostra regione 7.922 vite umane.
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