Era una tradizione che esisteva da anni, forse decenni. Nella settimana che seguiva la fine delle Scuole superiori, i giornali locali pubblicavano gli esiti degli scrutini con i nomi e i cognomi di chi aveva ottenuto una media superiore all’8. Lo faceva ovviamente anche “L’Unione Monregalese”. Ma non si può più: la nuova norma, ribadita da una nota del Ministero dell’Istruzione in data 11 giugno, prevede che non venga data pubblicazione in alcun modo di questi dati. E la norma non vale solo per i giornali: spariscono anche i tabelloni, quelli affissi sulle bacheche di ogni Scuola che – puntualmente – in questi giorni venivano consultati da studenti e famiglie.
NON SI POSSONO SAPERE NEPPURE I VOTI DEL COMPAGNO DI BANCO
La norma non riguarda ovviamente solo i giornali. «Gli esiti degli scrutini – si legge in una circolare del Ministero già un anno fa, il 9 giugno 2020 –, con la sola indicazione per ciascun studente “ammesso” e “non ammesso” alla classe successiva sono pubblicati, distintamente per ogni classe, nell’area documentale riservata del registro elettronico, cui accedono tutti gli studenti della classe di riferimento. Diversamente i voti in decimi, compresi quelli inferiori a sei decimi, riferiti alle singole discipline, sono riportati, oltre che nel documento di valutazione, anche nell’area riservata del registro elettronico a cui può accedere il singolo studente mediante le proprie credenziali personali». Insomma: da oggi, ciascuno studente o studentessa potrà conoscere solo i propri voti. Non potrà neppure sapere quali sono quelli della compagna o del compagno di banco. Tantomeno quelli dell’amica o amico che frequenta una classe diversa dalla propria.
LEGGI IL SINDAGGIO - Che ne pensano gli studenti?
QUESTIONE DI PRIVACY
La ragione sta nella tutela dei dati. Una circolare MIUR dell’11 giugno 2021 specifica che «gli esiti degli scrutini sono pubblicati, distintamente per ogni classe, solo e unicamente nell’area documentale riservata del registro elettronico, cui accedono tutti gli studenti della classe di riferimento», facendo riferimento a quanto lo stesso Ministero aveva già ribadito un anno fa. Non solo: il MIUR raccomanda alle Scuole «di predisporre uno specifico “disclaimer” con cui si informino i soggetti abilitati all’accesso che i dati personali ivi consultabili non possono essere oggetto di comunicazione o diffusione (ad esempio mediante la loro pubblicazione anche su blog o su social network)». E tutto questo, si legge nella medesima nota, «al fine di assicurare il rispetto del quadro normativo in materia di protezione dei dati - Regolamento (UE) 2016/679 e d.lgs. 30 giugno 2003, n. 196, come modificato dal d.lgs. n. 101/2018, Codice in materia di protezione dei dati personali».
GIUSTO O SBAGLIATO?
I tempi cambiano. Per un giornale come il nostro, l’esito scolastico complessivo è sempre stato un dato di notevole curiosità e che raccoglieva l’interesse di tantissimi lettori (in primis, come è ovvio, studenti, famiglie e magari ex docenti in pensione). Tuttavia è doveroso registrare come l’attenzione alla tutela dei dati personali sia cresciuta molto negli anni recenti, così come le osservazioni di chi da tempo asseriva che la pubblicazione dei voti rischiava sia di alimentare l’aspetto competitivo interno alla scuola, sia di generare pensieri “discriminatori” nei lettori. La normativa ha evidentemente recepito tale sensibilità, e di questo non si può che prendere atto. È però altrettanto indubbio che la pubblicazione di un dato aveva un connotato di trasparenza, che inevitabilmente ora viene meno (e questo, ci teniamo a ribadirlo, non vale solo per i voti scolastici).