Anche Pianfei ha la sua Big Bench. In realtà ce l’ha già da diversi mesi, ma non è mai stato possibile inaugurarla ufficialmente, a causa delle vicissitudini legate all’emergenza Covid, che hanno indotto a diversi rinvii. Domenica 27 giugno l’Amministrazione comunale ha finalmente potuto tenere la cerimonia ufficiale per presentare la 121ª big bench ufficiale, alla presenza di autorità e sindaci della zona. «Per noi è un importante punto di ripartenza – ha detto il sindaco Marco Turco – quest’estate non possiamo ancora fare grandi cose, perché le restrizioni restano, non dobbiamo forzare troppo la mano». 
Lo scopo del progetto, seguito in particolare da Mattia Bono, Alessandro Tomatis e Alessia Stralla, è valorizzare la bellezza della natura che circonda Pianfei, molto frequentata. «Tutte le settimane questo sentiero si riempie di escursionisti, in bici o a piedi. Il senso del progetto Big Bench è proprio nell’esplorazione del territorio». La panchina è collocata su un rialzo da cui si gode di una vista ampia sulla pianura. È possibile raggiungerla dal lago, con una camminata di una mezz'oretta seguendo un sentiero tracciato nel bosco, con chiare indicazioni segnaletiche. «Nelle giornate limpide di qua si vede dall’Argentera al Monte Bianco, con il Monviso proprio al centro» ha sintetizzato Turco «La panchina l’abbiamo fatta rossa per dedicarla al tema della violenza sulle donne, visto che potevamo scegliere il colore». Il sindaco ha ringraziato Alberto Calcagno, che ha concesso al Comune il permesso di installare la panchina sul proprio terreno e la struttura del Big Bench Community Project, oltre alle ditte che hanno partecipato gratuitamente alla costruzione e alla posa della panchina. Inoltre il primo cittadini ha voluto ringraziare il gruppo Alpini Pianfeiese alla Protezione Civile per la collaborazione, ricordando anche le associazioni del paese, che partecipano e lavorano alle varie iniziative del Comune. «Il volontariato è una certezza a Pianfei. Prima del covid avevamo 40-45 volontari che tutti i giorni lavorano per il paese. Questo è un patrimonio insostituibile».
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