Si sono guardate dentro, prima che guardarsi attorno, e hanno preso una decisione che forse nemmeno loro si sarebbero mai immaginate prima. Ciascuna con le proprie motivazioni, che in parte collimano e in parte no. Matilde e Alessia, IV Liceo nel corso delle Scienze umane di Piazza, hanno scelto di fare l’alternanza scuola-lavoro al “Sacra Famiglia”. In una Casa di riposo. Un ambiente in apparenza estremamente lontano dal mondo giovanile. Eppure queste due ragazze, monregalesi, hanno deciso di entrare in un universo come questo: fatto di memoria e non di tecnologia, di ritmo lento e non di frenesia, magari anche di difficoltà, ma mai povero di sorrisi. Una scelta non banale.
Quando avete cominciato le vostre ore di “alternanza”?
Abbiamo cominciato a giugno e continuiamo ora che la scuola è finita. La nostra scelta è stata di fare tutte e 30 le ore al “Sacra Famiglia”… ma abbiamo già deciso che continueremo come volontarie anche una volta esaurite le ore richieste dalla scuola. Il nostro percorso di studi, in Scienze umane, ci ha portato spesso a parlare di questi temi. Lo scambio tra generazioni è una cosa importantissima, gli anziani sono portatori di valori inestimabili e di esperienze di vita.
Una scelta molto lodevole, la vostra. Possiamo chiedervi cosa vi ha portato a prendere questa decisione?
Matilde: Io avevo già avuto un’esperienza in Associazioni che lavorano coi bambini… poi, riflettendoci, ho capito che l’assistenza agli anziani era ciò a cui mi sentivo più legata e portata. Inoltre, durante l’emergenza Covid, ho perso mio nonno: era in una Casa di risposo, e questa cosa mi ha segnata molto. Ho deciso di reindirizzare il mio affetto in questo settore.
Alessia: Le riflessioni sono nate proprio durante la pandemia. Ci siamo chieste: cosa proveranno queste persone, chiuse da un anno senza poter rivedere i parenti, senza visite, senza attività? Ho pensato che la presenza di persone giovani potesse essere una boccata di ossigeno per gli ospiti. Qui ascoltiamo le loro storie, chiacchieriamo. Interfacciarsi con una fascia di età lontana dalla propria è molto formativo.
L’idea di entrare in una struttura come una Rsa, che, durante l’emergenza pandemica, era vista come un luogo a rischio contagio estremamente alto, vi ha intimorite?
No. Così come non avevamo paura di avere a che fare con gli ospiti. Anzi, ci eravamo poste il problema che potessero essere loro a guardare noi con timore. Ma è andato tutto bene.
Avete già fatto richiesta per il vaccino?
Siamo entrambe già prenotate e in attesa della prima dose.