Una giornata speciale, per la Croce Rossa di Mondovì. Tanto che non è mancata una bella dose di commozione vera stamattina, sabato 9 ottobre, nella sede del Comitato. L'occasione era l'inaugurazione di quattro nuovi mezzi, acquistati grazie a donazioni o elargizioni: due ambulanze (una per gli interventi con medico a bordo, attrezzata per l'intervento con rianimazione, donata dalla Fondazione CRT), un mezzo per il trasporto di persone disabili (donato dalla Fondazione CRC) e un "qooder", scooter a 4 ruote (donato alla CRI di Mondovì dal Comitato nazionale). Tutti in dotazione nella sede monregalese.
Ed è stata l'occasione, per la presidente Lina Turco, per ricordare l'enorme lavoro dei volontari del Comitato: «Io sono entrata in carica il 20 febbraio 2020: quattro giorni dopo, è esplosa l'emergenza sanitaria - ha ricordato -. Non posso che ringraziare di cuore tutti i volontari, per l'enorme lavoro e il supporto in questi lunghissimi e difficilissimi mesi». In prima fila anche le Infermiere volontarie, le "crocerossine", sempre al fianco della CRI.
Tutti hanno elogiato il lavoro dei volontari. I rappresentanti delle Fondazioni bancarie (il presidente Gianni Quaglia per la CRT, la consigliere Giuliana Turco per la CRC), il sindaco Paolo Adriano (con un passato da volontario CRI e presidente) e il vicepresidente CRI regionale Luciano Mina. Lina Turco ha voluto commemorare tre figure che hanno lasciato un ricordo indelebile: l'ex presidente Viviana Beltrandi, scomparsa nel 2019, la vicepresidente Maura Prette, scomparsa nel febbraio di quest'anno, e Raffaele Sasso, giornalista e addetto stampa CRI, scomparso ad agosto.
Il sindaco Adriano e il dr. Enrico Ferreri, dirigente ASL, hanno poi ricordato l'enorme apporto della Croce Rossa durante la pandemia, prima nella fase di emergenza e poi in quella di vaccinazione.
Molto belle le parole del vescovo di Mondovì mons. Egidio Miragoli, che ha ricordato ciò che gli veniva raccontato dai parrocchiani della Diocesi di Lodi, da dove proviene, nei mesi di pandemia: «Tante persone mi dicevano che, in quelle settimane di emergenza, le vie e le strade erano avvolte da un silenzio surreale interrotto solamente dal suono delle sirene delle ambulanze. Quella sirena, che da sempre rappresenta la speranza per una vita soccorsa, in quelle settimane era divenuto invece un allarme che significava emergenza, lutto. Preghiamo affinché torni nuovamente ad assumere il significato di speranza che lo ha contraddistinto in passato».