Mattarella bis: la politica ne esce vincitrice o sconfitta? I commenti dei politici cuneesi

foto - AGENSIR

Comincia il Mattarella-bis. Dopo quattro giorni e otto votazioni, il parlamento e i "grandi elettori" hanno fatto il giro e sono tornati al punti di partenza. Il presidente della Repubblica è nuovamente Sergio Mattarella, con 759 voti. L'Aula ha accolto la sua rielezione con una standing ovation.

«I giorni difficili trascorsi per l’elezione alla Presidenza della Repubblica, nel corso della grave emergenza che stiamo tutt’ora attraversando sul versante sanitario, su quello economico e quello sociale, richiamano al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento». Queste le prime parole rivolte al popolo italiano da Mattarella all'alba del suo nuovo settennato.

 

Dopo aver accolto i presidenti di Camera e Senato giunti al Quirinale per la comunicazione ufficiale dell’esito del voto, Mattarella si è rivolto alla nazione pronunciando poche parole, semplici, ma piene di significato. «Ringrazio i Presidenti della Camera e del Sentato per la loro comunicazione – ha detto –, e desidero ringraziare i parlamentari e delegati delle regioni per la fiducia espressa nei miei confronti. Queste condizioni impongono di non sottrarsi ai doveri cui si è chiamati e naturalmente devono prevalere su altre considerazioni e su prospettive personali differenti, con l’impegno di interpretare le attese e le speranze dei nostri concittadini».

Quali sono i commenti degli esponenti politici locali? Li abbiamo contattati, chiedendo loro di fare una dichiarazione a partire da considerazione: vedendo ciò che è accaduto "da fuori", l'impressione di tantissimi italiani è che questa volta la politica parlamentare ne sia uscita comunque sconfitta, dovendo tornare sul nome di Mattarella senza aver trovato un'intesa. Che ne pensano?

LE DICHIARAZIONI

Il presidente della Regione, Alberto Cirio: “Continuo a pensare che si sarebbe potuto definire la questione Quirinale certamente prima, anche perché il Centrodestra aveva messo in campo nomi autorevoli, che il Centrosinistra non ha però voluto accogliere. Sembra che questi siano i tempi e le liturgie della politica romana. Ma i tempi cambiano e anche la politica deve cambiare, se vuole essere ancora rappresentativa di un Paese che di tempo non ne ha più. Ha comunque prevalso il senso di responsabilità, perché l’Italia ha bisogno di stabilità. E questo è emerso con grande chiarezza nell’incontro che ho avuto l’onore di avere ieri nel pomeriggio con il presidente Mattarella, che ringrazio per il profondo spirito di sacrificio istituzionale e al quale auguro una prosecuzione di mandato illuminata, come quella condotta finora”.

Enrico Costa, deputato Azione: «Il bipolarismo è uscito sconfitto. Due poli che non sono in condizione di trovare un’intesa istituzionale, perché ciascuno risponde alle parti più radicali della propria coalizione. Forza Italia si fa rappresentare da Salvini che non deve scontentare la Meloni. Letta non può accettare i nomi non graditi a M5S. Addirittura abbiamo rischiato un patto tra sovranisti, populisti e FdI sulla Belloni. Perché loro mettono i veti su figure di centro, ma fra loro cercano di accordarsi».

Flavio Gastaldi, deputato Lega: «Non è stata una partita di calcio nella quale ci sono vincitori e vinti. Il Capo dello Stato, il giorno dopo l'elezione è il Garante della Costituzione nella quale si riconoscono tutti gli italiani. Dispiace che dopo il tentativo del cdx di candidare la seconda carica dello Stato, è stato chiesto a Pd e 5s di fare altre proposte sulle quali convergere non andate a buon fine. Elisabetta Belloni (responsabile del Dis) è stata per una notte la candidata sulla quale Lega, Pd e 5s avrebbero trovato la soluzione. Ma nella notte i veti incrociati all'interno dei 5s (Di Maio contro Conte) e del Pd (Franceschini contro Letta) hanno fatto saltare l'ennesima candidatura, questa volta proposta non dal cdx. La Lega ha sempre mantenuto i 208 voti a disposizione, altri partiti non possono dire lo stesso. Il resto è storia».

Mino Taricco, senatore PD: «Non credo sia giusto parlare di sconfitta della politica, anche se visto da fuori convengo non sia stato un grande spettacolo. Sicuramente è stata la sconfitta di chi ha cercato un approccio solo muscolare e smaccatamente e ostentatamente di parte, di chi non ha mai cercato o voluto un confronto vero, di chi ha sempre e solo cavalcato tutto sui social e mediaticamente a scapito della costruzione nel confronto di strade concretamente percorribili. È stata la affermazione del buon senso e dell'interesse del paese, e lo è stata grazie a chi ha ragionato e tessuto quotidianamente senza ostentare. Dobbiamo un grande grazie alla generosità di Sergio Mattarella che ha anteposto l'interesse del Paese alle sue aspirazioni personali. E credo dobbiamo lo stesso grazie anche a Mario Draghi. Nelle condizioni date per me questo approdo era uno dei migliori possibili. Altre strade sarebbero state percorribili solo con la responsabilità di tutti. E credo che sia stato evidente che da parte di qualcuno questa è platealmente mancata.»

Chiara Gribaudo, deputata PD: «Credo sia  esattamente il contrario: la politica parlamentare, mentre alcuni leader giocavano a piantare le bandierine, ha dimostrato più rispetto per le persone che devono ricoprire ruoli istituzionali di quel livello e di avere a cuore la situazione non semplice, sotto il profilo sanitario, economico e sociale, quale quello che stiamo vivendo a causa della pandemia. Inoltre mentre qualcuno giocava su più tavoli almeno per quel che riguarda il Pd noi abbiamo chiesto e sempre ragionato nel perimetro di una maggioranza che mai come oggi dovrebbe lavorare unità nell’interesse del Paese».

Giorgio Bergesio, senatore Lega: «A fronte della volontà di Mattarella che aveva inizialmente chiuso a una rielezione, il Parlamento ha cercato un’alternativa valida. Veti e controveti hanno portato ad una impasse superata solo dalla proposta di rielezione del Presidente uscente. Una soluzione resasi necessaria in quanto nessuno aveva i numeri per eleggere un nuovo Presidente, senza trovare l’accordo con tutta la maggioranza che sostiene il Governo attualmente in carica. La nostra proposta ora è quella di cambiare la Costituzione prevedendo l'elezione diretta: gli italiani devono essere necessariamente interpellati in tali frangenti. La democrazia diretta consentirebbe di superare questo metodo che non facilita sintesi immediate».

Monica Ciaburro, deputata Fratelli di Italia: «Partendo dal presupposto dell’onore nel poter votare il Presidente della Repubblica, torno a Cuneo con la delusione nell’aver visto che tutti i colleghi di quello che era il Centrodestra hanno votato per il rinnovo del presidente Mattarella, uomo degnissimo ma, senza alcun dubbio, espressione della sinistra. Brutta è stata la gestione della candidatura di eccellenti personalità che, culturalmente, si richiamano ai valori dell’area moderata e conservatrice. Sono stati “bruciati” nomi di donne e uomini di altissimo valore istituzionale. E, questo, non è stato un bel segnale per tutti quegli italiani, che dai sondaggi sono la maggioranza, che si riconoscono nei valori della patria. Fratelli d’Italia, con la candidatura di Guido Crosetto, aveva dimostrato che i nostri 63 "grandi elettori" sarebbero aumentati a fronte di un nome di valore. Eppure, dopo manfrine e meline, non voglio parlare di inciuci di palazzo, una parte dei partiti di quello che era il Centrodestra parlamentare hanno ripiegato sul Presidente uscente. Quando Mattarella, per primo più e più volte, disse che non avrebbe più voluto rifarlo. Eppure, senza nessun motivo palesemente logico, Lega e Forza Italia hanno dimenticato che nel 2018 tutti noi fummo eletti da italiani che volevano un cambiamento. Come dice Giorgia Meloni, oggi il Centrodestra parlamentare non esiste più, ma, da domani, il nostro impegno sarà quello di ricrearlo tra le decine di milioni di italiani che vogliono il cambiamento vero, onesto e di parola. Senza sotterfugi o giochetti fatti per assicurarsi ancora per qualche mese lo scranno parlamentare. Non si è dato un bello “spettacolo”, gli italiani meritavano una novità in questo paludato ed impantanato sistema romano. Auguro, chiaramente, al Presidente Mattarella buon lavoro, nella speranza che il prossimo Capo dello Stato lo possano eleggere direttamente gli italiani».

 

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