Finalmente, il rientro in Italia. Dopo un viaggio durato due giorni interi, fino a oggi, e che si concluderà nella tarda serata di oggi, giovedì 10 marzo. Alle 12 i due furgoni, con a bordo i sei volontari monregalesi e i rifugiati dall'Ucraina, hanno superato Villaco, ultima cittadina dell'Austria e hanno passato il valico di Tarvisio e del confine con Italia.
La Polizia di frontiera al confine ha dato il consenso al passaggio dei profughi e i volontari UNHCR ha informato i profughi sulle modalità per richiedere diritto di asilo. «La Polizia è stata gentilissima - raccontano i monregalesi -, sia con noi che con i nostri amici. E si sono stupiti del fatto che questa spedizione fosse tutta "per conto nostro"».
A bordo con i sei monregalesi ci sono una decina di persone, fra cui bambini. Famiglie scappate dalla guerra in Ucraina. «Ci siamo fermati a fare colazione in un'area di servizio - ci raccontano -, per far riposare un po' i nostri ospiti». Nelle foto ci sono i bambini in braccio alle madri: stringono palloncini colorati, seduti al tavolo di un "McDonalds", e sorridono.
Il furgone guastatosi la notte di martedì è invece rimasto, per ora, nell'officina di Klagenfurth.
Superato Udine, i due furgoni si divideranno nuovamente: uno scenderà a Padova, posando i primi passeggeri, poi raggiungerà Mantova dove raccoglierà un'altra famiglia diretta qui; l'altro invece raggiungerà Milano dove lascerà i due ragazzi raccolti a Varsavia. Saranno in tutto dieci le persone che verranno ospitate a Mondovì: otto negli alloggi della Colonia del "Beila", due in una famiglia nel Monregalese.
L'arrivo a Mondovì potrebbe avvenire in tarda serata, probabilmente dopo le 21. Questa sera il Comune ha indetto una fiaccola per la pace in Ucraina: se i volontari arriveranno in tempo, parteciperanno.
I sei volontari: Davide Mazzucco, Massimo Ravera, Mauro Gasco, Piergiorgio "Boba" Bogliaccino, Giancarlo Gonella e Roberto Marenchino. All'andata sono giunti in Polonia (passando da Austria e Rep Ceca) a Katowice, poi da qui si sono divisi: un furgone a Varsavia e l'altro nelle zone di Korczowa-Przemysl (vicinissimo al confine) e ora sta viaggiando verso Wroclaw. Un viaggio di centinaia e centinaia di chilometri, solo in Polonia. «Sulla cartina sembrava tutto molto più semplice - hanno raccontato ieri -. Ma ce l'abbiamo fatta».
Ieri pomeriggio li abbiamo contattati al telefono. «Sembra strano a dirsi - ci hanno detto -, ma non sentiamo la fatica. Riposeremo, questo è sicuro. ma per ora stiamo bene». Forse, a sostenerli, è la sensazione di aver fatto qualcosa di bellissimo, di enorme. "Una goccia nel mare", come dicono: ma una goccia importante. Così come la consapevolezza di non essere soli, di far parte di qualcosa: «Attraverso i social, abbiamo tessuto contatti con tanti volontari come noi», raccontano. «Siamo entrati in contatto con un gruppo da Ferrara. E addirittura con una volontaria di Perugia che da sola, semplicemente con la sua auto, sta facendo la strada per salvare persone».