Significativa presenza di tanti alla veglia di preghiera per i missionari martiri, che il Centro missionario diocesano ha proposto a Monastero Vasco, in forma itinerante lungo la strada in salita che porta alla chiesa di S. Lorenzo sull’omonimo colle, venerdì sera, nella stessa data, il 24 marzo, quando 43 anni fa nella cappella dell’Ospedale di San Salvador veniva ucciso a colpi di mitra il vescovo mons. Oscar Arnulfo Romero, impegnato strenuamente nella difesa dei poveri, a fronte delle prevaricazioni e dei soprusi di un regime liberticida. Il tema che ha guidato la preghiera e la riflessione aveva il sapore evangelico: “Di me sarete testimoni” (At 1, 8). Con il vescovo a guidare il cammino accompagnato dalla croce portata dai giovani della parrocchia di Monastero Vasco, e su un itinerario a tappe – alla luce dei flambeaux – si sono ricordati, nelle varie soste, i nomi dei 18 missionari uccisi nel 2022, con particolare commozione per le due religiose italiane colpite a morte, suor Luisa Dell’Orto, Piccola Sorella del Vangelo, assassinata in un agguato tra i vicoli della capitale di Haiti il 25 giugno scorso, e suor Maria De Coppi, missionaria comboniana, massacrata in Mozambico nel corso di un’azione terroristica il 6 settembre 2022. Strada facendo – partendo dalla parrocchiale di Vasco – si sono meditati spunti dal messaggio di Papa Francesco per la scorsa Giornata missionaria e si è condiviso un clima di raccoglimento e di consapevolezza in memoria di testimoni del Vangelo fino alla fine. Nella breve riflessione conclusiva, davanti alla chiesa di San Lorenzo, don Gianni Martino del Centro missionario ha invitato ad una preghiera per tutti coloro che oggi, dimenticati, soffrono nelle carceri, ove sono finiti perchè impegnati sul terreno dei diritti umani, delle libertà fondamentali e della dignità dei poveri. Infine si è compiuto il gesto di condivisione per la Quaresima di solidarietà che quest’anno sarà destinata ai terremotati di Siria e Turchia, nonché a sostegno del seminario di Edimpè ad Abidjan ove operò a lungo il frabosano p. Eugenio Basso.
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