Ogni volta che a Mondovì si nomina la parola “Ospedale”, qualcuno in Comune drizza le antenne. Va così da anni. Se c’è una cosa su cui la città sembra essere inamovibile, è questa: il voler considerare la sanità come un presidio da tenere sempre sotto i riflettori. Il sindaco Robaldo, che è cresciuto alla scuola di uno dei principali portabandiera di questa filosofia (Raffaele Costa), lo ha più volte ribadito. Anche pochi giorni fa, davanti al direttore Asl, Giuseppe Guerra, affermando: «La città e l’Amministrazione di Mondovì tengono all’Ospedale e seguono i temi sanitari».
La Fondazione CRC ha appena stanziato mezzo milione di euro per la Dialisi all’Ospedale di Mondovì. Sei mesi fa la Regione aveva detto: “il Monregalese deve saper fare gioco di squadra”. In questo gioco, la CRC ha appena... messo il campo, e il pallone. Il territorio, a partire da Mondovì, giocherà la partita?
«Sì, la giocheremo. E cercheremo di fare la nostra parte anche economicamente – spiega il sindaco Luca Robaldo –. L’Ospedale è prioritario e va rafforzato e tutelato con tutte le azioni necessarie. Sono felice, ricordando le prese di posizione di qualche mese, di poter dire che l’intera città sia unita sotto questo aspetto. Come Amministrazione comunale non mancheremo di fare la nostra parte, provando a coinvolgere l’intero territorio monregalese affinché lo sforzo della Fondazione CRC sia accompagnato dalle risorse che necessitano. È bene sottolineare, inoltre, che il futuro reparto di Mondovì si integrerà con quello già presente a Ceva, a testimonianza della solidità della collaborazione fra i due ambiti. Infine, è volontà della Amministrazione attivarsi per l’acquisto della MOC, uno strumento utile per le analisi delle patologie ossee».
Lei ha affermato: “La città e l’Amministrazione di Mondovì tengono all’Ospedale e seguono i temi sanitari”. A che punto è l’Osservatorio, nato per volontà dell’Amministrazione? Che passi ha fatto?
«L’Osservatorio si è costituito ed ha iniziato a lavorare. Alla prima riunione ha partecipato anche il direttore generale Guerra, che ringrazio per l’attenzione che riserva a questa parte del territorio. Una nuova riunione è già programmata ed il consigliere Ippoliti, che coordina i lavori, credo renderà edotto il Consiglio comunale a breve. Fra i primi temi approfonditi, quelli legati alla carenza di personale, soprattutto nel reparto di Radiologia: l’Osservatorio ha evidenziato quali percorsi sono stati attivati per rispondere a questa esigenza e, salvo imprevisti, entro l’autunno dovrebbe esserci l’inserimento di nuovi medici».
A Mondovì è nato un “Comitato per la difesa della sanità pubblica”: che ne pensa? Ci sono stati incontri?
«Saluto sempre in modo positivo la partecipazione dei cittadini e confido che, presto, anche questo Comitato possa approfittare della decisione del Consiglio comunale di costituire l’Osservatorio Sanità, nato proprio per rispondere alla esigenza di informazione e supporto in questo momento di particolare stress per il settore. Oggi più che mai, ed in questo ambito più che in ogni altro, è da rifuggire la polemica politica che rischia di essere fine a sé stessa. L’imperativo è lavorare, lavorare, lavorare per risolvere i problemi, ognuno secondo le proprie competenze. Sono certo che questo Comitato non sarà insensibile rispetto ad alcune situazioni, a partire dalla carenza di risorse umane, ed alle soluzioni che il sistema sta cercando di trovare al proposito: il ricorso, nel rispetto delle attuali normative agli operatori sanitari andati in pensione ed il fenomeno di crescita di società private che riuniscono professionisti un tempo dipendenti pubblici».
Unanime, in tema sanitario, l’allarme per la futura carenza di medici e risorse. Quale può essere il ruolo del Comune e del territorio? E quale quello di una Fondazione, come quella che potrebbe nascere con ASSO?
«Da un lato un ruolo di tutela ed attenzione affinché l’offerta sanitaria, nonostante le difficoltà, resti sempre adeguata e, dall’altro, una costante presenza capace di attivare investimenti e rendere attrattivo il nostro nosocomio. Abbiamo già dato completa disponibilità ad ASSO e, anzi, accompagneremo l’Associazione in questo percorso di trasformazione, utile per metterci al passo con la realtà cuneese e albese».