Pep Guardiola oggi a Cuneo con Fondazione CRC: “Nello sport il talento non si coltiva sui social media”

L'allenatore campione d'Europa parla a 3.500 studenti

Biglietti esauriti in pochi minuti, palazzetto dello sport di Cuneo gremito e un grande protagonista sul palco. Lunedì 9 ottobre Pep Guardiola, tecnico della formazione inglese del Manchester City (vincitrice dell'ultima Champions League), ha incontrato migliaia di studenti delle scuole secondarie di secondo grado (superiori) della provincia di Cuneo in una mattinata dal titolo “Dialoghi sul talento con Pep Guardiola”. L’appuntamento, realizzato in collaborazione con Fondazione Vialli e Mauro per la ricerca e lo sport Onlus e Fondazione Guardiola e con il supporto di Collisioni, prosegue il ciclo di grandi eventi promossi dalla Fondazione CRC negli scorsi anni per far incontrare agli studenti delle scuole superiori cuneesi importanti personalità di caratura internazionale: Kerry Kennedy (figlia di Bob) nel 2018, l’astronauta Paolo Nespoli nel 2019 e il maestro Andrea Bocelli nel 2022.

“Un appuntamento unico per scoprire un talento vero” ha detto nel suo saluto il presidente della Provincia, Luca Robaldo. Un'occasione pressochè irripetibile di incontro con un campione di calibro internazionale che non si concede facilmente oltre agli impegni istituzionali in ambito calcistico. Guardiola è arrivato a Cuneo da Manchester domenica sera dopo la partita del suo City contro l’Arsenal.

 

 

“Siamo sbarcati in un territorio straordinario” sono le parole di Massimo Mauro che con la sua Fondazione ha già portato nel cuneese il torneo “Alba dei Campioni” nel ricordo di Gianluca Vialli. “L’investimento della Fondazione CRC è fondamentale per far crescere i giovani” ha sottolineato il padrone di casa, il presidente Ezio Raviola.

Attesa grandissima per Guardiola che prima di immergersi nel palazzetto ha incontrato i giornalisti per un piccolo dialogo insieme a Ezio Raviola e Massimo Mauro sul tema della giornata. “Come ha scritto Michael Jordan il talento non basta, serve il sacrificio. E il talento nello sport non si sviluppo in casa sul letto, navigando sui social media”. “Se ho imparato più dalla sconfitta o dalle vittorie? Bisogna accettare cosa viene. Con la vittoria si vive meglio. Ieri ho perso, ho dormito peggio, ma si va avanti”. Spazio anche a qualche tema più calcistico: “E’ vero, il gioco è più fisico, ma non può essere slegato dalla tattica o da altri aspetti. Il talento calcistico in Italia? Non credo che non ci sia”. “C’è ma non viene fuori perché l’ossessione per il risultato è troppa – il commento di Massimo Mauro –. Dobbiamo avere il coraggio di lasciare che nei settori giovani si lascino esprimere i fondamentali del calcio. Estetica o risultato? Tutto vogliono vincere, ognuno lo vuole fare alla sua maniera. Non ho conosciuto nessuno che non vuole vincere o non giocare bene. Lavorare con buona gente è la chiave. Il talento più forte con cui ho giocato, Roberto Baggio”.

Sul palco con il giornalista Mediaset Alberto Brandi anche Pere Guardiola, fratello di Pep che ha presentato la Fondazione Guardiola Sala: “Volevamo restituire qualcosa alla società che ci ha dato tanto. L’obiettivo è quello di aiutare persone vulnerabili, ai margini della società con lo strumento dello sport”. Ad animare la mattinata gli interventi di due giovani talenti dello sport cuneese: la nuotatrice Sara Curtis e la mezzofondista Anna Arnaudo (che convive con il diabete). "Pallone e bicicletta, scuola e sport… sono cresciuto così - ha esordito Guardiola -. Non avevo dei sogni così grandi, di diventare calciatore del Barcellona o allenatore. Non tutto è venuto da me, ho avuto fortuna, ma mi ha spinto la passione. Se non avessi fatto il calciatore mi sarebbe piaciuto diventare insegnante di storia. Prima dei 26-27 anni non ho pensato di fare l’allenatore, dopo ho iniziato a guardare il calcio in modo diverso".

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