Mondovì: oggi e domani le celebrazioni per San Donato, compatrono della città

Il 7 agosto è la festa di San Donato, patrono della Cattedrale e compatrono della città di Mondovì. La gioia di questa festa si riversa su tutte le parrocchie della diocesi, perché la Cattedrale è la chiesa madre.

LA RICORRENZA NELLA DATA STORICA DEL 7 AGOSTO
Il vescovo Egidio Miragoli annunciò il ritorno alla data storica del 7 agosto per la ricorrenza di San Donato, co-patrono della città e della diocesi, in occasione delle celebrazioni nella solennità programmata fino a quel momento ad ottobre. Quest’anno il programma delle celebrazioni partirà con il triduo di preparazione dal 3 al 5 agosto, seguito da una serie di appuntamenti nel fine-settimana.

LE CELEBRAZIONI

Venerdì 6 agosto

  • Ore 20.30: solenne canto dei primi vespri presieduti da mons. Guido Marini maestro delle celebrazioni liturgiche del Santo Padre
  • A seguire, concerto vocale con il gruppo ensemble femminile “Convivium vocale”, e conclusione con l’esecuzione di pezzi per organo e tromba.
  • Rinfresco finale nel chiostro del Duomo

Sabato 7 agosto

  • Ore 18.30, solenne celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo animata dalla Corale di Piazza e Carassone.
  • Ore 20 cena nei giardini del Belvedere (è gradita la prenotazione in parrocchia: 338.8811868)
  • Ore 21.30 concerto della Banda cittadina nel centenario della sua fondazione.

Venerdì 6 agosto concerto "itinerante" di campane
nelle parrocchie del centro storico della città è in programma un concerto itinerante di campane con il gruppo “Campane To”.
Gli orari:
ore 12 chiesa di San Filippo;
ore 15 santi Pietro e Paolo;
ore 16 Sant’Agostino;
ore 17 Ss. Giovanni ed Evasio;
ore 18 Confraternita della Misericordia;
ore 20 Cattedrale di San Donato.

TRADIZIONE ANTICA E SEMPRE ATTUALE
«San Donato è veneratissimo ad Arezzo, dove è custodito il suo sepolcro, e viene celebrato in Italia in oltre 150 località: in Piemonte è patrono anche di Pinerolo e in Lombardia di San Donato Milanese. È un coro unanime che s’innalza a festeggiare il nostro santo il 7 agosto.
La figura di san Donato, evangelizzatore dell’Italia centrale nel IV secolo, è accostabile, per quanto riguarda la nostra regione, all’opera di san Dalmazzo per il Cuneese, a sant’Eusebio di Vercelli e a san Massimo di Torino, ai primi vescovi delle diocesi di Alba, di Asti e di Ivrea.
È il formarsi dell’organizzazione pastorale delle diocesi, con i presbiteri e i diaconi raccolti intorno al vescovo in forma di vita comune, che si estese dalle città alle zone rurali per esprimersi poi nella realtà delle pievi del V secolo: chiese dipendenti dal vescovo, dotate di casa canonica, dove il pievano o arciprete o prevosto coordinava con un certo numero di presbiteri la cura pastorale di chiese minori. Possiamo scorgere in quell’esempio antico la base del sistema delle parrocchie, ma senza la frammentazione venuta in seguito.
A quel tempo così lontano esisteva già la “pieve di san Donato” di Vico con 11 chiese soggette, e dipendeva dal vescovo di Asti. Nel sorgere della città di Mondovì (1198) il titolo religioso fu portato da Vico qui “sul monte”: sorse una prima chiesa di san Donato, che fu importante come parrocchia e collegiata di canonici, per diventare chiesa Cattedrale nel 1388, quando fu eretta la diocesi di Mondovì. Il 7 agosto è il “dies natalis”, il giorno del martirio di san Donato, avvenuto ad Arezzo nel 362. Quando nel 1561 (sono trascorsi 460 anni) il cardinale Ghislieri, futuro papa san Pio V, prese possesso della diocesi e fece solenne ingresso in Mondovì, scelse la data del 7 agosto. E quando nell’agosto 1809 il papa Pio VII, condotto prigioniero a Savona (lo ricordiamo nel bicentenario della morte di Napoleone), sostò tre giorni a Mondovì e fu ospite del “maire” Annibale Fauzone di Germagnano nel suo palazzo sulla Piazza Maggiore, trovò la gente radunata per la festa di san Donato: “Di qui dal balcone presentandosi sublime più volte benedisse innumerevoli persone che ardentemente lo invocavano”, come riporta la lapide posta all’ingresso dell’attuale Museo della ceramica. Una festa indimenticabile quella del 1809. E anche oggi, custodi di una tradizione antica e sempre attuale nei suoi valori, con un programma di eventi fin dalla sera della vigilia, siamo lieti di rendere onore al nostro patrono, in Cattedrale e sulla Piazza Maggiore».
Don Beppe Bongiovanni, arciprete della cattedrale

«San Donato è il secondo e celebratissimo vescovo di Arezzo, vissuto alla metà del secolo IV. Non abbiamo molte notizie certe della sua vita: secondo la tradizione, Donato, già presbitero o diacono romano, si trasferì ad Arezzo, dove si segnalò per la sua fede e lo zelo apostolico – ricordava mons. Egidio Miragoli nella sua prima celebrazione della festa di san Donato –. Ben presto la fama delle sue virtù si diffuse, e, quando morì il primo vescovo san Satiro, venne eletto dal clero e dal popolo vescovo di quella Chiesa. Donato allora si recò a Roma per chiedere la conferma dell’elezione al papa san Giulio I, che approvò e lo consacrò vescovo di Arezzo. In quella sede episcopale Donato lavorò moltissimo – come attestano san Pier Damiani e san Gregorio Magno – per l’evangelizzazione delle popolazioni ancora pagane della Tuscia, l’odierna Toscana, e dell’Italia centrale. La narrazione di alcuni fatti miracolosi accompagnò il suo ministero pastorale. Ma, soprattutto, san Donato ebbe a subire persecuzioni, persecuzioni che, come sappiamo, non cessarono definitivamente con l’editto di Costantino. Per questo motivo gli fu attribuita la venerazione dei martiri. Così infatti è celebrato ad Arezzo, e a ricordarci il suo martirio è anche il dipinto che sta nell’abside della nostra Cattedrale. Quanto alle fonti più sicure e autorevoli riguardanti san Donato, esse provengono dal “Martirologio Geronimiano” del IV secolo e dal “Sacramentario Gelasiano” del V secolo: entrambi questi cataloghi dei santi lo presentano come “sanctus episcopus et confessor Donatus” (vescovo e confessore della fede) e ne fissano la memoria al 7 agosto».

Il culto
La venerazione di san Donato si estese in molte parti d’Italia, specie all’epoca della dominazione longobarda e si contano oltre 150 località nelle quali esiste il suo culto. In Piemonte anche la cattedrale di Pinerolo è dedicata a lui. Quando fu eretta la diocesi di Mondovì nel 1388, già esisteva la “plebs sancti Donati” di Vico con 11 chiese soggette e dipendeva dal vescovo di Asti. Nel sorgere della città di Mondovì, il titolo di san Donato fu portato “sul monte”: la prima cattedrale fu a lui dedicata e la città lo venera tra i suoi patroni

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