Mese di maggio nel segno di Maria, invocando il dono delle vocazioni

L’invito del vescovo a sacerdoti, consacrate e fedeli laici per un’invocazione condivisa

Sacerdote Generica

“La ricorrenza del mese di maggio dedicato alla devozione alla Madonna soprattutto con la recita del Rosario costituisce da sempre un'occasione significativa di preghiera comunitaria. Ogni sera, nelle chiese o nelle cappelle, davanti ai piloni o nei cortili sono tanti i credenti che si ritrovano insieme a pregare con fiducia la Vergine Maria – ha scritto il vescovo in una lettera ai sacerdoti, diaconi, consacrati e fedeli laici –. Per questa circostanza sono a chiedere alle parrocchie, alle comunità religiose, alle famiglie e alle singole persone di pregare per un'intenzione comune che a tutti deve stare a cuore, ovvero per le vocazioni alla vita sacerdotale. È, questa, un'urgenza, e come tale deve trovare priorità e consonanza. Secondo l'esplicito comando del Signore, noi dobbiamo implorare il dono delle vocazioni in primo luogo pregando instancabilmente e insieme il «padrone della messe»”. “In questa chiave è illuminante la parola di Gesù che disse: «Se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà»
(Mt 18, 19). Il buon Pastore ci invita dunque a pregare il Padre celeste, a pregare uniti e con insistenza, perché Egli, chiamando, trovi cuori disponibili per il servizio ai fratelli nella Chiesa. In questo mese facciamolo con fiducia mediante la preghiera del Rosario e con l'intercessione della Madonna. La Vergine Maria, Madre della Chiesa, interceda per la nostra Chiesa e le urgenti necessità delle nostre parrocchie”.

Preghiera per le vocazioni

Padre Santo, nel nome di Gesù e di Maria, sua e nostra Madre, ti chiediamo la grazia di nuove, sante e perseveranti vocazioni sacerdotali e religiose, per la nostra diocesi e per tutta la Chiesa. Osiamo chiedere questo grande dono sulla parola di Gesù che ha detto “Qualunque cosa chiederete in mio nome al Padre mio, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete ed otterrete, perché la vostra gioia sia piena”. Fiduciosi di essere esauditi, ti ringraziamo e ti lodiamo per le meraviglie del tuo amore per noi.
(testo a cura del vescovo mons. Egidio Miragoli)

“Giovani on the road” al Ferrone

Domenica 30 aprile, torna l’appuntamento di “Giovani on the road”, alle 20,45, nella parrocchiale del Ferrone, con intervento di don Andrea Adamo. Sono attesi dalla diocesi i giovani over 18.

All’Altipiano “Feat. Veglia vocazionale” per l’Incontro degli incontri

Alla parrocchia del Sacro Cuore, venerdì 5 maggio, alle 20,45, “Feat. Veglia vocazionale”, per i giovanissimi, all’interno dell’iniziativa “L’Incontro degli incontri”.

La necessità e la responsabilità del “noi” ecclesiale per la cura delle vocazioni

di d. FEDERICO BOETTI (*)
Nella nostra epoca sono assai numerose le crisi a cui stiamo assistendo. Alcune incidono maggiormente sul nostro territorio, come ad esempio la crisi climatica, dove la mancanza di precipitazioni adeguate sta portando ad una siccità estrema, o come la crisi demografica, che da anni sta svuotando i nostri paesi. Da queste ed altre crisi, forse, dovremmo imparare una cosa importante: da soli non si va molto lontani e se non si entra in una logica comunitaria si perde in partenza. Ciò vale anche per la vocazione, tema su cui la Chiesa ci invita a riflettere e pregare domenica 30 aprile, sessantesima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Pensare alla nostra vita come una vocazione significa riconoscere che in essa il Signore ci chiama a seguirlo per metterci a servizio della comunità cristiana e per costruire un mondo più giusto e fraterno. Pensare alla vocazione significa anche riscoprire che essa non nasce semplicemente da se stessi e non ricade unicamente su di sé, ma esige un “noi”. Uscire dalla miope logica della mia vocazione e della tua vocazione (quindi sono fatti tuoi!), ci immette in una responsabilità molto più articolata, che parte da lontano, preoccupandosi di accompagnarne i primi passi, per poi prendersene cura anche e soprattutto quando inizia ad allentarsi il mordente dei tempi iniziali e subentrano le prime stanchezze e fatiche. Una mentalità vocazionale, decisamente carente nel nostro tempo e purtroppo anche nelle nostre comunità cristiane, coinvolgerebbe chi arriva e chi accoglie. La vocazione di un prete, di una consacrata, di una coppia di sposi, infatti, ha bisogno di una rete di accoglienza e di supporto, perché la vita di tutti i giorni può essere pesante, e sapere che c’è una comunità intorno, che non si limita al giudizio e alla sterile critica, ma che sostiene e accompagna, dà molta forza.
Robin Lane Fox, autore di un volume dal titolo “Pagani e cristiani” (Laterza), spiega la forza attrattiva che l’amore fraterno tra i cristiani dei primi secoli esercitò sui pagani per spingerli alla conversione. Fox ricorda che l’amore che vigeva all’interno della comunità cristiana era largamente noto a tutti. Quando dei cristiani venivano incarcerati, altri cristiani si radunavano per portare loro cibo e conforto, come testimoniato dallo scrittore satirico pagano Luciano. Oppure quando i cristiani venivano condotti a morire nell’arena la folla gridava, come dice Tertulliano: “Guarda questi cristiani come si amano l’un l’altro”. L’amore cristiano era di dominio pubblico, e certamente svolse la sua funzione nell’attrarre estranei alla fede.
Il deserto vocazionale che da anni sta accompagnando la nostra Chiesa locale, la nostra Diocesi, anche sul fronte matrimoniale e non solo su quello presbiterale e religioso, dovrebbe maggiormente inquietarci e interrogarci su come le nostre comunità cristiane, le nostre parrocchie, vivono il Vangelo, su quale accompagnamento, cura e testimonianza offrono rispetto alla dimensione vocazionale. Questa domanda diventa poi ancora più provocante se si guarda al fatto che in un paese della nostra Diocesi, caratterizzata da una crisi vocazionale (come già accennavo), negli ultimi venti anni sono sorti numerosi matrimoni, quattro preti, due suore ed un seminarista.
(*) Pastorale giovanile e vocazionale

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