A Mondovì le grandi firme di Gazzetta e Tuttosport

«Ci sono premi che nascono al mattino e finiscono alla sera: questo dura da 13 anni, un motivo c’è».

«Ci sono premi che nascono al mattino e finiscono alla sera: questo dura da 13 anni, un motivo c’è». Lo ha detto Sandro Dardanello, poco prima di consegnare i premi in memoria di suo fratello Piero. Un giornalista d’altri tempi che, dalle colonne di “Tuttosport”, ha insegnato un mestiere che oggi esiste ma è cambiato molto. Eppure qualche paletto ce l’ha ancora, proprio come le regole del (buon) gioco del calcio che Piero amava: curiosità, etica, tecnica del mestiere. Non esisteva occasione migliore, in mezzo alle grandi firme del giornalismo di oggi, per trasmettere tutto questo. La mission del Premio Dardanello 2016 si può dire raggiunta.

I premiati
Lunedì 30 maggio è stato assegnato il “Dardanello 2016” a due firme sportive: Marco Iaria de La Gazzetta dello Sport e Paolo Maggioni di RAI Torino, il primo per la categoria nazionale e il secondo per quella regionale. Professionisti che oggi raccontano un mondo, quello del calcio, che è cambiato quanto e forse più del cronismo: «A Piero il calcio italiano di oggi non piacerebbe – ha detto il fratello Sandro –: lento, più attento al business e con gli stadi… “pieni di posti vuoti”». Un calcio in cui la società sportiva… è più societaria che sportiva: «Dieci anni fa, a inizio stagione, un presidente avrebbe annunciato gli obiettivi sportivi e detto quali acquisti avrebbe messo in atto per raggiungerli. Ieri la dichiarazione di Thohir è stata: “Servono plusvalenze per 50 milioni”».

Premiato anche Gianni De Pace, caporedattore di “Tuttosport”: «Piero fu uno dei pochi a cui non sono mai riuscito a dare del tu. “Darda” era di un altro pianeta, un fuoriclasse. Ricordo che in casa sua venni accolto come un fratello. Giocai anche con lui a calcio sui campi di Vicoforte». L’attuale direttore di “Tuttosport”, De Paola: «Il giornale è una squadra: Dardanello era un direttore rude, ma un “mister” eccezionale che la sapeva tenere unita e far funzionare».

Il giornale dei “piccoli”, in mezzo ai grandi
Villanova, Vicoforte, San Michele: tre scuole, quattro classi e decine di giovani giornalisti presi e messi in campo. Per tre mesi gli studenti che hanno aderito al progetto “Dardanello a scuola” hanno lavorato come professionisti del mestiere e il risultato si chiama “Giornalisti domani”: un giornale vero, che sarà a 48 pagine, che contiene articoli, reportage, interviste, anche piccole inchieste. Il numero-zero del giornale è stato presentato lunedì sera. I ragazzi, a turno, hanno raccontato la loro esperienza di cronisti: «Non sapevamo cosa volesse dire essere giornalisti – hanno detto –. Pensavamo che fosse sufficiente scrivere un articolo: invece abbiamo imparato a raccogliere informazioni, intervistare le fonti, verificare le notizie, fare un titolo». Hanno lavorato sulla cronaca, sul giornalismo politico e sportivo, sulla fotografia e sul giornalismo on line. Un’esperienza da ripetere, come hanno ribadito sia Michele Pianetta, assessore villanovese e segretario dell’Associazione Piero Dardanello, al fianco di Luigi Vallebona, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo di San Michele-Vicoforte, e della professoressa Chiara Ramondetti, insegnante di Villanova. A loro, il giornalista Roberto Beccantini ha rivolto un messaggio particolare: «Quando scrivete, non fatevi tentare dall’anonimato e dai nickname, i moderni passamontagna: siate orgogliosi della vostra firma».

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