Fondazione CRC: rivoluzione nello Statuto, fuori la Provincia

Approvate le modifiche. Valido dal rpossimo mandato

Fondazione CRC

Il Consiglio Generale della Fondazione CRC ha deliberato all’unanimità, durante la seduta odierna, la revisione del testo dello Statuto, introducendo alcune importanti modifiche. Il Consiglio ha approfondito e discusso le proposte avanzate dalla Commissione per la Revisione dello Statuto, al lavoro su questi temi da ottobre 2017. Per quanto riguarda la composizione del Consiglio Generale, diminuisce di quattro unità il numero dei Consiglieri, che scendono da 23 a 19, in linea con quanto già avvenuto nelle altre grandi fondazioni italiane. Viene anche riequilibrata la rappresentanza tra enti pubblici e privati, in precedenza molto sbilanciata sui primi: il nuovo Statuto prevede 10 designazioni da parte di enti pubblici e 9 da enti privati. Una novità è l’inserimento, tra i Consiglieri, di una rappresentanza della cooperazione sociale, settore sempre più importante per le attività promosse dalla Fondazione.
La rappresentanza del mondo universitario sarà espressa congiuntamente da un tavolo dei Rettori degli Atenei Piemontesi (fino ad oggi era in capo all’Associazione per gli insediamenti universitari in provincia di Cuneo) e quella del mondo del volontariato dall’Organismo Territoriale di Controllo del Piemonte e Valle d’Aosta, sostituto naturale del Comitato di Gestione per il Fondo Speciale per il Volontariato del Piemonte. Non più previste le designazioni da parte della Provincia di Cuneo, divenuto ente di secondo livello a seguito della recente riforma, e del Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese, che comprende Comuni che hanno già titolo a designazioni nel Consiglio Generale. Introdotta la possibilità di designare nel Consiglio Generale persone sotto i 30 anni, con requisiti di esperienza abbassati a 3 anni.

Rafforzato l’impegno per la trasparenza e la separazione tra i componenti gli Organi della Fondazione e gli Enti richiedenti: è stata introdotta infatti l’inammissibilità di eventuali richieste di contributo da parte di enti che hanno nei propri Organi direttivi Consiglieri della Fondazione. Rafforzati inoltre i meccanismi di discontinuità tra incarichi politici e incarichi in Fondazione.

Pur nella riduzione del numero dei Consiglieri, le modifiche approvate mantengono gli equilibri di rappresentanza numerica tra le aree di tradizionale intervento del Cuneese, dell’Albese e del Monregalese. “Abbiamo fatto un grande lavoro che rinnova lo Statuto adeguandolo alle indicazioni e ai percorsi tracciati dall’Acri e da tutte le grandi Fondazioni italiane. Ringrazio la Commissione per la revisione dello Statuto, che ha lavorato molto intensamente, e tutto il Consiglio Generale che ha sostenuto questo importante passo in avanti compiuto oggi” commenta il presidente della Fondazione CRC, Giandomenico Genta. Tutte le modifiche introdotte avranno efficacia a partire dal prossimo mandato.

L’assessore regionale e già sindaco di Cuneo, Alberto Valmaggia, interviene sul tema: «Il dibattito aperto sul futuro della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo merita qualche approfondimento: cerco di contribuirvi per l’amore che porto a questa città e al suo territorio, senza la presunzione di voler insegnare a chi è più competente di me e senza voler invadere campi e responsabilità che competono ad altri. Sono però stato stimolato dalle considerazioni del Presidente della Fondazione che motiva le future scelte, ritenute obbligate (“Ci è richiesto dall’Accordo ACRI-MEF”), basandole sull’accordo tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e l’Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa (ACRI), sottoscritto il 22 aprile 2015. Sono andato allora a leggermi questo accordo sfruttando l’aspetto positivo della rete: immediata disponibilità del testo, accessibilità a tutti. Nell’introduzione sono elencate una per una tutte le Fondazioni che, attraverso l’ACRI, hanno sottoscritto l’accordo, tra cui quattro della nostra provincia (non compare quella di Fossano) insieme a sette delle altre realtà piemontesi. Invito tutti i portatori di interesse legati alla nostra Fondazione, se non l’avessero ancora fatto, a leggere con attenzione il testo dell’accordo che indica in modo chiaro gli obiettivi e le strade da seguire per attuarli.
L’accordo individua cinque obiettivi che vorrei citare testualmente:
“Le Fondazioni ritengono opportuno definire parametri di efficienza ed efficacia operativa e gestionale assumendo l’impegno di applicare criteri di condotta comuni in ordine a quanto di seguito rappresentato:
- individuare criteri di determinazione dei corrispettivi economici comunque denominati (compensi, indennità, gettoni di presenza, medaglie, altri oneri ecc.) da attribuire ai componenti degli organi, in modo da assicurare la loro coerenza con la collocazione delle fondazioni nel terzo settore e l’assenza di finalità lucrative…;
- favorire…. l’obiettivo di garantire il periodico ricambio degli organi delle Fondazioni al fine di mantenere un elevato gradi di responsabilità nei confronti del territorio;
- assicurare adeguati livelli di professionalità dei componenti degli organi attraverso procedure di nomina che valorizzino adeguatamente i percorsi professionali e il possesso di competenze specialistiche;
- preservare la funzionalità del circuito della responsabilità sociale delle fondazioni garantendo il pieno rispetto del principio di trasparenza e la diffusione di informazioni complete alla collettività sull’attività svolta usando le modalità e gli strumenti più idonei, fruibili e funzionali;
- garantire il rispetto dell’art.6 del decreto legislativo n.153/99, evitando che le Fondazioni controllino banche anche attraverso accordi, in qualsiasi forma conclusi, che consentano l’esercizio di un’influenza dominante».

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