Trono di spade in salsa monregalese

L'affascinante storia di una cospirazione contro Maria Cristina, la Madama Reale nel Piemonte del Seicento. Al centro di tutto due almanacchi, stampati a Mondovì

In questi giorni i complotti vanno molto di moda, a volte pure troppo. Qanon è divenuto una “fonte canonica” per tutta una galassia complottista che ha portato, come ultimo atto, all’assalto di Capitol Hill; e ne esistono tracce, meno visibili forse, anche qui da noi. Ma i complotti non sono certo un'invenzione recente: e nel Piemonte di metà ‘600 abbiamo una – presunta – cospirazione che prenderebbe le mosse proprio da Mondovì. Siamo alla fine 1647. La tipografia Rosso e Ghislaudi di Mondovì pubblica due almanacchi per il 1648, l’Almanacco Astrologico e l’Almanacco Planetario.

 

I due volumi vengono notati negli ambienti vicini alla corte, e suscitano preoccupazione: i due volumi sarebbero infatti colmi di profezie infauste e quasi apocalittiche, e in essi viene letta – forse maliziosamente? – l’evocazione della morte di Madama Reale, Cristina di Francia, sorella di Luigi XIII (il sovrano sotto cui prosperava Richelieu, che voleva annettere il Piemonte alla Francia), che dal 1637 era reggente del ducato, e del figlio Carlo Emanuele II, che proprio in quel 1648 doveva succedere alla madre alla guida del ducato, raggiunta la maggiore età. Naturalmente, non a chiare lettere: Madama Reale sarebbe stata evocata come “Venere” e “Cibele”.

 

Ma siamo in un passaggio delicato, all’indomani di una guerra civile tra Savoia, con Madama Reale contrapposta ai due principi filospagnoli, il principe Tommaso e il cardinal Maurizio, che si era chiusa con un accordo tra le due parti. Le autorità scoprono che l’autore anonimo era Don Giovanni Gandolfo, monaco di San Bernardo presso Vicoforte. Avvertito delle indagini, Gandolfo fuggi a Ceva, sua citta natale, puntando a Savona: ma venne arrestato. Interrogato (e qui può venire qualche dubbio sul “come”) avrebbe ammesso non solo di esser l’autore dell’Almanacco, ma che quanto vi stava scritto non derivava da speculazioni astrologiche, ma da informazioni ricevute da altre persone.

Durante la detenzione, tento due volte il suicidio, ma fu infine condotto a processo a Torino, dove accuso l’auditore Masino, il senatore Sillano, il valletto di sua Altezza reale, Giovanni Antonio Solivo detto il Gioia, vicini ai principi, di essere coinvolti in un complotto per avvelenare Madama Cristina.

Il frate sarebbe stato coinvolto per la sua conoscenza della Clavicula Salomonis, con cui realizzare in sostanza una bambola voodoo: creata una statuetta di cera, conficcandole nel petto la spina del pesce Micros e recitando un salmo la si sarebbe uccisa a distanza. Le due figure della corte accusate ammisero la conoscenza del frate, ma non le accuse. In ogni caso, il Senato li condannò a morte, con gli elementi macabri della legge di allora: il frate, ucciso in carcere, andava poi appeso in pubblico a testa in giù, per un piede (come la figura tarologica dell’Appeso), mentre il Gioia venne squartato vivo dopo essere sottoposto al supplizio delle tenaglie roventi. Il vescovo di Torino ottenne però che anche per lui la pena fosse lo strangolamento, e il barbaro supplizio applicato sul cadavere. Il Sillano era già morto d’infarto, e quindi si sottrasse alla ferocia della giustizia dell’assolutismo (dato il suo rango maggiore, era trattato con miglior riguardo, e Augusto Razzoni, nel suo saggio del 1865 sulla reggenza di Maria Cristina, ipotizza possa esser stato avvelenato).

 

I Principi dichiararono la loro irritazione per la segretezza e la irregolarità del processo, unita al fatto che il Gandolfo era soggetto alla Santa Sede che non aveva dato autorizzazione a procedere contro di lui. Madama Reale mise a tacere d’autorità quelle voci, e di lì a poco, con l’ascesa – formale – del figlio Carlo Emanuele II al trono, i due cognati vennero estromessi dal potere. Madama Reale ebbe poi una svolta religiosa estrema e influenzò le terribili Pasque Piemontesi contro i Valdesi. Ma questa e ancora un’altra storia: e già quanto abbiamo detto finora basta a far impallidire le "Nozze di Sangue".

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