Il capo della maxi emergenza filmato dal TG al mare. Sanitari furiosi: «A noi impediscono le ferie»

Una bufera, l'ennesima per giunta, che si solleva attorno alla figura del dottor Mario Raviolo: l'uomo a capo della maxi emergenza del 118 piemontese è stato filmato, il 31 marzo, sulla riviera ligure in vacanza. È comparso, con la mascherina sul viso e l'asciugamano sulle spalle, in un servizio del TG3 che raccontava lo stato d'animo degli esercenti liguri alle prese con le chiusure pasquali.

Il nome di Raviolo non compare nel servizio del TG, ma il suo volto e la sua voce sono stati riconosciuti da medici e infermieri in tutto il Piemonte. Il video è rimbalzato ovunque, fino a suscitare una reazione ufficiale dal sindacato Nursing Up: «Pur con un'emergenza che stiamo ancora vivendo in Piemonte e con tutte le limitazioni che ben conosciamo in questi giorni - scrivono -, il capo della maxi emergenza del 118 piemontese, e futuro manager dell'Azienda Zero, dott. Mario Raviolo, è al mare».

Rabbia giustificata dal fatto che il filmato è emerso quasi contemporaneamente a una circolare del DIRMEI che "ricordava" la necessità di «continuità assistenziale nel periodo delle festività pasquali». E che, sostanzialmente, stava chiedendo di evitare ferie in questo fine settimana. Una comunicazione che, messa davanti agli occhi di chi da un anno lavora senza sosta in turni da 12 ore, ha suscitato un'ondata di indignazione: «Davvero siamo noi quelli che vanno richiamati e ai quali vanno imposti turni durante le vacanze pasquali? Non siamo scolaretti indisciplinati!», reagiscono. Formalmente, il 31 marzo la Liguria non aveva ancora fatto scattare il blocco per le visite nelle seconde case. Dunque qui non si parla tanto di effrazione di regole, quanto di una questione di opportunità.

«Siamo sconcertati e allibiti per la circolare che il DIRMEI ha diffuso, in data 31 marzo, con la quale di fatto, anche se in modo velato, chiede ai direttori delle ASR del Piemonte la soppressione delle vacanze pasquali per il personale infermieristico e per i professionisti sanitari - tuona il Nursing Up -, trattando in modo sinceramente offensivo uomini e donne, ormai stanchi e stremati, che in questi mesi hanno dato amplissima dimostrazione di che cosa sia il coraggio e la responsabilità nella lotta al Covid. Ancora più offensivo è constatare che se da un lato il DIRMEI pensa di trattare noi come gli "scolaretti indisciplinati" ai quali "proibire le vacanze" dall'altro abbiamo il capo della maxi emergenza del 118 piemontese, e futuro manager dell'Azienda Zero, dott. Mario Raviolo, che viene intervistato dalla Rai al mare, asciugamano sulle spalle, pur con un'emergenza che stiamo ancora vivendo in Piemonte e con tutte le limitazioni che ben conosciamo in questi giorni. Davvero siamo noi quelli che vanno richiamati e ai quali vanno imposti turni durante le vacanze pasquali? Non è il caso che chi di dovere, a partire dal DIRMEI, si faccia un bell'esame di coscienza smettendola subito con le offensive invasioni di campo, iniziando invece loro per primi a prendere seriamente l'incarico che ricoprono anteponendo la professionalità e la soluzione di problemi cruciali a queste assurde disposizioni? Questa è la nostra a commento dell'inaccettabile direttiva diramata dal DIRMEI, sulle ferie pasquali del personale sanitario, e sull'offensiva immagine restituita dall'intervista rilasciata dal dott. Raviolo al mare mentre negli ospedali piemontesi ci sono persone che continuano a morire». Il Segretario regionale del Nursing Up Piemonte, Claudio Delli Carri aggiunge: «Sono amareggiato e infuriato per questa irragionevole direttiva del DIRMEI, che tra l'altro non ha alcun titolo per occuparsi di questioni legate alle nostre ferie, quasi che gli infermieri e i professionisti della sanità non avessero dato sufficiente prova di spirito di servizio e sacrificio in questi difficilissimi mesi. Noi dall'inizio pandemia lavoriamo senza sabati e domeniche, senza ferie, estati o festività, sacrificando anche il tempo per le nostre famiglie in turni massacranti che durano giornate e notti intere, mettendo a rischio la nostra salute e quella dei nostri cari che così sovente abbiamo avuto paura di contagiare. Noi vediamo la sofferenza e la morte delle persone tutti i giorni e sovente siamo l'ultima mano tesa a chi sa di non potercela fare a differenza altri. Infatti, la differenza è tutta qui: c'è chi rischia la vita e chi invece pensa ad altro. Questa direttiva del DIRMEI è una vergogna che non solo rispediamo al mittente, ma incrina in modo difficilmente rimarginabile il rapporto di reciproca fiducia tra chi dovrebbe prendere certe decisioni e la nostra realtà. Siamo stanchi e stufi di essere trattati a questo modo. Pretendiamo che la direttiva venga ritirata. E al DIRMEI chiediamo che chi siede dietro a una scrivania inizi a dare un senso al ruolo a cui è stato chiamato provando a risolvere i problemi veri di questa pandemia, anziché pensare alle ferie di chi, come noi, da mesi, è impegnato a confrontarsi con la dura realtà del provare giorno e notte a salvare il maggior numero di vite possibili».

«È una polemica pretestuosa è illegittima - ha dichiarato Raviolo all'ANSA -. Mi trovavo nella mia seconda casa e non ho violato nessuna regola. Sono tornato prima dell'entrata in vigore delle norme emanate dal presidente della Regione Liguria. Da mercoledì sto lavorando nel mio ufficio».

 

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