Attentato a Nizza: monregalesi a fianco della strage, i racconti

Era a Nizza, proprio a due passi da dove è accaduto tutto.

Era a Nizza, proprio a due passi da dove è accaduto tutto. Quel camion bianco che irrompe e falcia. Giulia, una  20enne monregalese, si trovava lì in vacanza. «Vedere gente che urla e ti viene incontro, ti calpesta, riesci a rialzarti e rifugiarti in un palazzo», ha scritto.

Il nuovo attentato che ha squarciato la Francia ha colpito la notte del 14 luglio, festa nazionale. Mentre i fuochi d'artificio coloravano il cielo per festeggiare la Presa dela Bastiglia, la morte è piombata sulla folla a bordo di un camion. Oltre 80 i morti, tra cui molti bambini. Un centinaio di feriti.

il giorno dopo:

Renato Scapinello, direttore Ascom di Ceva: Renato era a Nizza in vacanza col figlio e la compagna, e si trovava sula promenade fino a 5 minuti prima della strage. «Sono scampato per un soffio, grazie a mio figlio. Mio figlio era stanco di camminare e mi ha detto: papà, andiamo a casa. Il destino». Venerdì mattina Renato ha tentato di visitare Andrea Avagnina, uno dei due monregalesi rimasti coinvolti nella strage (ferito e all'ospedale - la moglie è ancora dispersa), ma non ha potuto accedere ai reparti del Pasteur Hopital dove l'uomo è ricoverat.

Giulia: «Sono fuggita e ho sentito gli spari. Sarei dovuta essere lì»
Giulia Sciolla «Io ero andata a mangiare una pizza con una mia amica - ci racconta -, poi alcuni nostri amici che erano in un altro ristorante più vicino alla promenade ci hanno chiesto di raggiungerli e mangiare un dolce con loro. In un secondo momento saremmo andati tutti insieme a guardare i fuochi sul lungo mare. Alla fine abbiamo deciso di rimanere lì e di non guardare i fuochi. Ad un certo punto abbiamo viso una donna correre... non abbiamo capito cosa stava succedendo.  Fin quando abbiamo visto tutte le persone scappare e urlare "correte correte!"»
Con lei c'era anche un'amica di Magliano, che ora risiede a Villeneuve Loubet: «Io sono scappata – continua Giulia –, cadendo, non mi sono resa conto di nulla, ma sentendo degli spari. Mi sono rifugiata nel primo palazzo con la porta aperta in cui un signore di cuore ha fatto entrare le persone in panico e in fuga.  Ho perso tutti i miei amici con cui ero al tavolo. Ho richiamato la mia amica ma non rispondeva, l'ho richiamata una seconda volta: si era rifugiata nella dispensa del ristorante in cui eravamo. Le ho detto di uscire e di venire nel posto in cui ero io perché era più sicuro. Siamo rimaste dentro l'androne delle scale per 2 ore senza uscire, assieme a persone di tutto il mondo. Fin quando la polizia ci ha dato il via libera per uscire e siamo passate nelle strade con le mani alzate. Abbiamo raggiunto il padre della mia amica, che è venuto a prenderci in macchina e siamo andate via. La via per il ritorno è disastrosa e disumana. Passare accanto a persone senza vita che fino a poco prima si stavano godendo lo spettacolo dei fuochi d'artificio è agghiacciante. Erano felici spensierati poi sono arrivati dei pazzi furiosi senza cervello che hanno spento questo momento».

Beppe Comino: «Ho visto corpi ovunque»
beppe Comino, 40enne di Mondovì, da Nizza ci racconta: «Un disastro... ho visto corpi di bambini ovunque. Oggi ho parlato con un poliziotto che ha appena finito servizio, il suo racconto è schockante. Ero a 50 mt dalla promenade. C'erano urla e confusione, tutti dicevano di mettersi in salvo e urlavano "attentato"». 

Il Vaticano: "Follia omicida da condannare"
«Abbiamo seguito, questa notte, con grandissima preoccupazione, le terribili notizie che venivano da Nizza. Manifestiamo, quindi, da parte di Papa Francesco e nostra, tutta la partecipazione e solidarietà alle sofferenze delle vittime e dell’intero popolo francese, in quello che doveva essere un grande giorno di festa. Condanniamo nella maniera più assoluta ogni manifestazione di follia omicida, di odio, di terrorismo, di attacco contro la pace». È quanto riferisce il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. 

«La ferocia del terrorismo, stavolta a pochi chilometri da noi»

FOTO: AGENSIR

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