È uno degli episodi più noti della storia del calcio torinese: il derby di guerra, del 1945, tra le eterne rivali Torino Fiat e Cisitalia Juve, che si concluse con una sparatoria. La storia dettagliata di quella giornata è raccontata nel libro “Derby di guerra” di Nico Ivaldi, edito da “Il Punto”. Il 1º aprile, in una Torino martoriata dalle bombe, si gioca la Classicissima: in questo caso un’amichevole perché di campionato, quell’anno, neanche a parlarne. Gli animi però, come sempre, sono belli caldi tra le due tifoserie: allo stadio “Mussolini” (poi Comunale e oggi Olimpico “Grande Torino”) juventini e granata affollano lo stadio, presidiato dalle guardie fasciste e dai soldati tedeschi. Naturalmente, tra i tifosi ci sono anche alcuni partigiani. In campo il clima si surriscalda, specularmente anche sugli spalti iniziano a volare pietre e ceffoni. La situazione degenera fino alla sparatoria. Tra i testimoni di quegli eventi c’era anche Pietro Miglio, che in quell’annata fantasma militava tra le fila dei granata ed era presente allo stadio quel giorno, seduto in panchina. Raccoglie e conserva un bossolo di proiettile, a sinistro ricordo quella giornata, il cimelio storico che si può vedere nella foto qui sopra.
Testimone dello storico “derby di Pasqua” nel ’45
Taff erugli e sparatorie al “Mussolini” tra partigiani e tedeschi, nel contesto della stracittadina torinese